IL CASO

La famiglia di Desirée Piovanelli contro l’archiviazione dell’inchiesta bis

Il gip dovrà decidere se chiudere l'indagine senza responsabili
Desirée Piovanelli uccisa nel 2002
Desirée Piovanelli uccisa nel 2002
Desirée Piovanelli uccisa nel 2002
Desirée Piovanelli uccisa nel 2002

Nei mesi scorsi, una serie di esposti avevano portato la procura di Brescia a riaprire il caso che si era concluso con le condanne definitive per gli «esecutori» materiali del delitto. Il sostituto procuratore Barbara Benzi nel corso della indagine bis ha voluto sentire e risentire le persone coinvolte (direttamente o indirettamente) nella vicenda arrivando poi alla decisione di chiedere l’archiviazione

Un passaggio contestato dalla difesa della famiglia Piovanelli che, a distanza di quasi venti anni dall’omicidio di Desirée, vorrebbe capire come effettivamente siano andate le cose. Secondo la ricostruzione ufficiale, Desirée sarebbe stata «portata» alla cascina Ermengarda con una scusa (una cucciolata di gattini) da uno dei suoi giovanissimi assassini e quindi ammazzata per essersi difesa davanti ad un tentativo di violenza sessuale. «Abbiamo portato in aula elementi nuovi - spiegano Alessandro Pozzani e Cesare Gualazzini, i legali della famiglia di Desirée Piovanelli - Per il momento preferiamo non esporci troppo. La questione è delicata e il giudice è giusto che si prenda il tempo necessario. Parleremo quando sarà il momento giusto pe dire la nostra».

Secondo la famiglia Piovanelli, dietro l’omicidio della figlia, allora quattordicenne, ci sarebbe altro: un giro di pedofilia nel paese bassaiolo che avrebbe coinvolto la figlia utilizzata, forse dall’unico adulto condannato, come merce di scambio per saldare un vecchio debito di droga. Nei prossimi giorni è attesa la decisione del giudice sulla possibilità di chiudere il caso.•.•.

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