La piscina resta ancora a secco «Tuffi rimandati a settembre»

di Paolo Cittadini
L’ingresso delle piscine comunali di Ghedi, chiuse ormai da marzoPer la riattivazione ci sono ostacoli sia economici che tecniciNella trattativa anche la possibile riapertura delle vasche esterne
L’ingresso delle piscine comunali di Ghedi, chiuse ormai da marzoPer la riattivazione ci sono ostacoli sia economici che tecniciNella trattativa anche la possibile riapertura delle vasche esterne
L’ingresso delle piscine comunali di Ghedi, chiuse ormai da marzoPer la riattivazione ci sono ostacoli sia economici che tecniciNella trattativa anche la possibile riapertura delle vasche esterne
L’ingresso delle piscine comunali di Ghedi, chiuse ormai da marzoPer la riattivazione ci sono ostacoli sia economici che tecniciNella trattativa anche la possibile riapertura delle vasche esterne

La buona notizia è che l'Amministrazione comunale e la Sport Management intorno a un tavolo si sono sedute, quella cattiva è che per rivedere in funzione la piscina di Ghedi bisognerà attendere, almeno, settembre. L'IMPIANTO natatorio è chiuso da marzo causa Covid 19 e, nonostante la fine del lockdown, ancora non ha riaperto. Ma qualcosa si muove: «La trattativa è a buon punto - ammette il sindaco di Ghedi, Federico Casali -. Non voglio sbilanciarmi troppo, ma credo che in una decina di giorni si possa arrivare a chiudere la partita. Per fare ripartire le attività poi servirà ancora del tempo e non voglio dare false speranze: la stagione è saltata, se ne riparla a settembre». Dove sta il problema? L'impianto di Ghedi è di proprietà comunale,ma la gestione se l'è aggiudicata la Sport Management, società veronese che anche nel Bresciano gestisce diverse piscine. La pandemia ha però fatto saltare il banco e per la realtà scaligera è diventato praticamente impossibile garantire quanto previsto dalla convenzione pluriennale stipulata con l'Amministrazione dal 2010. Per riaprire la Sport Management chiede al Comune un contributo importante, qualche centinaio di migliaia di euro (circa 300 mila per qualcuno, qualcosa di meno per altri), per ripianare le perdite dovute ai mesi di chiusura. «Stiamo cercando di arrivare a un accordo . anticipa il sindaco -. L'ipotesi è di spalmare l'aiuto su base mensile. Siamo in dirittura d'arrivo. Contiamo di chiudere la vertenza entro una decina di giorni, salvo intoppi. Con il gestore c'è stato qualche problema per alcuni ritardi nella manutenzione ordinaria, ma il rapporto è buono. L'idea è quella di ripartire dalla convenzione stipulata anni fa». I cittadini di Ghedi se lo augurano, tanto che nei giorni scorsi un gruppo di loro ha dato il via a una raccolta di firme sollecitando la ripresa delle attività e denunciando, per così dire, un po' di disinteresse sulla vicenda anche da parte della politica locale: «Non conosco bene i contenuti di questa raccolta firme - risponde il sindaco - ma non vogliamo gettare al vento soldi pubblici:vogliamo che le vasche (interne ed esterne) tornino a essere utilizzate. Prima di ripartire servirà mettere mano alla struttura. Ci sono interventi di manutenzione straordinaria che vanno fatti» . LA RISTRUTTURAZIONE della copertura, l'ammodernamento di docce e spogliatoio, sono diversi i lavori da mettere in cantiere. Le stime parlano di una spesa che potrebbe superare il mezzo milione di euro, una cifra che il Comune avrebbe già messo a bilancio per rivalutare una struttura di sua proprietà. «Gli interventi servono - ribadisce il sindaco eletto a maggio di un anno fa e alla guida di una Giunta di centrodestra -. Ora vogliamo però chiudere il discorso con in gestore. Siamo davvero alle battute finali. Siamo riusciti a trovare un punto di incontro su dialogare: l'ottanta per cento dell'accordo direi che è cosa fatta. Manca da compiere l'ultimo passo, ma credo che in un paio di settimane - conclude Casali - si possa davvero risolvere i problemi per pensare finalmente a riaprire». •

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