La Solat più forte delle fiamme «Riapriremo entro 18 mesi»

di Gloria Baronchelli
Le  34 mila forme di Grana Padano risparmiate dall’incendio Il deputato Eva Lorenzoni Massimiliano Giansanti I segni lasciati dal devastante rogo divampato giovedì pomeriggioL’assessore regionale Fabio Rolfi conversa  con Camillo Tomasi Le fiamme alla Solat  hanno provocato danni per venti milioni di euro
Le 34 mila forme di Grana Padano risparmiate dall’incendio Il deputato Eva Lorenzoni Massimiliano Giansanti I segni lasciati dal devastante rogo divampato giovedì pomeriggioL’assessore regionale Fabio Rolfi conversa con Camillo Tomasi Le fiamme alla Solat hanno provocato danni per venti milioni di euro
Le  34 mila forme di Grana Padano risparmiate dall’incendio Il deputato Eva Lorenzoni Massimiliano Giansanti I segni lasciati dal devastante rogo divampato giovedì pomeriggioL’assessore regionale Fabio Rolfi conversa  con Camillo Tomasi Le fiamme alla Solat  hanno provocato danni per venti milioni di euro
Le 34 mila forme di Grana Padano risparmiate dall’incendio Il deputato Eva Lorenzoni Massimiliano Giansanti I segni lasciati dal devastante rogo divampato giovedì pomeriggioL’assessore regionale Fabio Rolfi conversa con Camillo Tomasi Le fiamme alla Solat hanno provocato danni per venti milioni di euro

Un devastante incendio come quello divampato giovedì pomeriggio avrebbe messo in ginocchio qualsiasi azienda. Non il caseificio Solat dove vertici e addetti stanno facendo squadra per uscire dalla strettoia. Le fiamme hanno distrutto la sala produzione, il magazzino e tutta la zona uffici dell’insediamento costruito nel 2001. L’agenda per ripartire è stata svelata nel corso del sopralluogo in azienda di una delegazione formata dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, dall’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi e del deputato della Lega Eva Lorenzoni. «L’obiettivo è quello di ripartire con la nuova struttura entro un anno e mezzo - ha spiegato il presidente del caseificio Solat Camillo Tomasi -: faremo leva su ogni strumento per accelerare la demolizione della struttura andata distrutta nel rogo, e ripartiremo. Siamo certi di poter rialzare la testa in tempi brevi». Tomasi sa di poter contare sul supporto dell’intera filiera. «Il mondo cooperativo ci sta dimostrando una grande solidarietà», spiega il presidente della Solat. La cooperativa Soresina e il caseificio Lombardi si sono subite offerte di lavorare il latte destinato allo stabilimento di Castelletto di Leno. «Le coperture assicurative ci consentiranno di investire e risanare lo stabilimento senza ricorrere a trasferimenti anche parziali. Qui siamo nati e qui continueremo la nostra attività», ribadice Tomasi. IL TEMPESTIVO intervento dei Vigili del fuoco e le tempestive misure antincendio del caseificio hanno consentito di salvare la metà delle strutture e circa 35 mila forme di formaggio di proprietà stoccate nella parte non colpita dalle fiamme. L’altra metà del magazzino, oltre 30 mila forme di Grana Padano sono state distrutte dalle fiamme e il calore. Lo sforzo delle istituzioni e di salvaguardare anche il livello di occupazione assicurato dal caseificio di Castelletto. Oltre ai 24 dipendenti della Solat, attorno all’azienda ruotano 23 stalle di bovini da latte che valgono un indotto di oltre 150 addetti. Camillo Tomasi teme solo la burocrazia. «I tempi per il disbrigo delle pratiche saranno fondamentali nella rinascita della Solat - osserva -: ci auguriamo che lo smaltimento delle macerie e la ricostruzione della struttura non diventi una corsa ad ostacoli». Il presidente nazionale di Confagricoltura, giunto da Roma per l’occasione ha incoraggiato la Solat, «un modello virtuoso della filiera zootecnica, dove agricoltori illuminati si sono messi assieme per produrre, aggredire i mercati lontani ed incrementare la loro competitività». Giansanti ha rivolto un accorato invito alle istituzioni: «sono certo che la magistratura sappia velocemente dare una soluzione in merito al danno e alle cause e che possa autorizzare la Cooperativa a ripartire il prima possibile». VICINANZA e piena solidarietà alla realtà della Bassa bresciana anche da parte di Regione Lombardia. «Lo spirito è quello giusto, lo stesso che da sempre contraddistingue le aziende bresciane che dalle difficoltà prendono la spinta per reagire», rimarca Fabio Rolfi, sottolineando l’importanza dell’aspetto umano in circostanze simili. «Già da lunedì ci troveremo in Regione ragionare su strumenti di programmazione del piano di sviluppo rurale esistenti per riuscire a declinare l’emergenza nella programmazione ordinaria», annuncia Rolfi. Sullo sfondo resta comunque una situazione molto difficile. I danni provocati dall’incendio galleggiano attorno ai 20 milioni di euro e le operazioni di bonifica del materiale combusto saranno molto complessi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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