La spacciatrice porta a porta vendeva 5.700 dosi di cocaina

di Valerio Morabito
Le indagini affidate ai  carabinieri della stazione di Manerbio
Le indagini affidate ai carabinieri della stazione di Manerbio
Le indagini affidate ai  carabinieri della stazione di Manerbio
Le indagini affidate ai carabinieri della stazione di Manerbio

Era il terminale strategico della rete di spaccio intessuta dai narcotrafficanti albanesi. In meno di due anni la 53enne di Manerbio arrestata l’altra mattina aveva piazzato qualcosa come 5.700 dosi di cocaina. Una quantità che rappresenta solo la punta dell’iceberg del suo volume d’affari, considerato che si tratta solo dello smercio di stupefacente ricostruito dalle indagini dei carabinieri della stazione di Manerbio sotto il coordinamento della Compagnia di Verolanuova, coordinata dal maggiore Tedros Christian Comitti Berè. INDAGINI CHE HANNO portato alla firma da parte del Gip di un’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari nei confronti della disoccupata. Il lussuoso tenore di vita ha tradito la pusher che pur non avendo lavoro e fonti di reddito si concedeva abiti e vacanze di lusso. Sono iniziati così intercettazioni telefoniche e pedinamenti per cercare di capire l’origine dei flussi di denaro: la 53enne a cui è due anni fa stata ritirata la patente per guida pericolosa e sotto effetto di stupefacenti effettuava le consegne a piedi o facendosi accompagnare dai clienti da amici e amiche ovviamente all’oscuro della sua attività di spaccio. Trentaquattro le persone che si rifornivano in modo costante dalla pusher: studenti, operai, manovali ma anche insospettabili professionisti e titolari di locali. C’era poi la cerchia di 80 clienti saltuari residenti a Manerbio, ma anche a Offlaga, Pontevico e Bassano. Nel solo arco di tempo in cui è finita sotto la lente degli investigatori, la 53enne ha movimento 2 chilogrammi e mezzo di stupefacente per un valore di 225 mila euro. Un giro d’affari insomma molto consistente alimentato da forniture periodiche di cocaina. Gli inquirenti insomma ritengono di aver individuato un terminale importante del network dello spaccio. L’INDAGINE per questo motivo non è ancora arrivata al capolinea: i carabinieri stanno cercando di risalire ai canali di rifornimento attraverso l’esame dei tabulati e dell’agenda dello smartphone della 53enne. Gli inquirenti stanno scavando anche nei movimenti bancari della spacciatrice di Manerbio. Una delle piste porta dritta Brescia dove ad avere in mano la gestione dello spaccio sono gli albanesi con cui la pusher aveva avuto diversi contatti. Sulla scorta di recenti operazioni è emerso che la Bassa è uno dei territori colonizzati dalla droga proveniente dai clan dell’Est. A dimostrarlo anche una recente indagine dei carabinieri della Compagnia di Breno, che di recente hanno sequestrato oltre 15 chilogrammi di cocaina, e in cui a tirare le fila del narcotraffico c’era il clan della Kanun, la mafia albanese che gestisce il narcotrafico. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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