Legambiente sulle barricate «La discarica deve fermarsi»

di C.REB.
La discarica Bettoni potrebbe presto essere ampliata
La discarica Bettoni potrebbe presto essere ampliata
La discarica Bettoni potrebbe presto essere ampliata
La discarica Bettoni potrebbe presto essere ampliata

Legambiente chiama alla mobilitazione generale istituzioni e cittadini per bloccare l’ennesimo «sfregio al territorio». La decisione del Tar di congelare il parere negativo espresso dalla Provincia sull’ampliamento della discarica Bettoni di Travagliato «non è sufficiente e non accontenta nessuno - sottolinea Silvio Parzanini, presidente del circolo di Franciacorta di Legambiente -. Le sentenze vanno rispettate, ma quanto sta accadendo rischia di minare il principio del fattore di pressione regionale. Una norma che abbiamo accolto come un grande passo avanti per impedire l’apertura di discariche in un territorio ormai saturo, ma che rischia di essere inefficace perché purtroppo presta il fianco a letture e interpretazioni non sempre univoche». Per questo, secondo Parzanini, «la Regione deve perfezionare e chiarire alcuni passaggi cruciali della normativa». Nel frattempo, continua il sostegno dell’associazione alla Provincia che a febbraio ha bocciato l’ampliamento, «ma confidiamo che anche il Comune di Travagliato faccia sentire la sua voce, così come ha fatto per la discarica Macogna, e non escludiamo una mobilitazione di massa per sensibilizzare tutti, sindaci e cittadini, su questa vicenda. Se poi a dicembre il Tar darà ragione all’azienda, ricorreremo al Consiglio di Stato». Una lotta su più fronti, ma che sostanzialmente ruota attorno ai numeri. Secondo Bettoni, infatti, i rifiuti conferiti nell’impianto di Bosco Sella - che di fatto rappresentano l’«ago della bilancia» di tutta la questione - devono essere presi in considerazione a partire dal 1986, quando cioè il sito è stato riconosciuto come «formalmente autorizzato». «PECCATO che si tratti di conti assolutamente sbagliati - incalza Parzanini -: Bosco Sella è stata aperta nel 1973, e per stessa ammissione di a2a (subentrata all’Asm che aveva aperto la discarica) qui sono stati conferiti rifiuti fino al 1989, l’anno della chiusura. E, in ogni caso, il conteggio dovrebbe essere fatto dal 1980, anno di riferimento del fattore di pressione». La Regione ha certificato che la quantità di materiali stoccati nella discarica Bosco Sella a Castegnato ammonta a 2.540.000 metri cubi, e che altri 900 mila sono stati collocati a Paderno. Entrambi sono tra i 7 paesi bresciani che hanno già superato il fattore di pressione «comunale» del 3,68%. «Bisogna poi contare gli ulteriori conferimenti a Bosco Sella di Ospitaletto, pari a 1.077.120 metri cubi - sottolinea Parzanini -. Questi sono numeri approvati e certificati, che non possono essere messi in discussione. Va anche aggiunto che buona parte delle discariche presenti sul territorio non sono state inserite nel conteggio della Provincia: Pianera, Pianerino, Vallosa, per non parlare della zona dell’ex Stefana di Ospitaletto, dove sta sorgendo il futuro polo logistico Esselunga, dove esiste una discarica che per anni ha accolto le scorie dell’acciaieria. E poi tutti i rifiuti trovati lungo il percorso del Tav, e durante i lavori della BreBeMi». Il Tar ha rinviato l’udienza al 18 dicembre, «ma la Provincia ha intenzione di fare istanza per arrivare alla decisione in tempi più brevi - conclude Parzanini -. Speriamo che ciò avvenga. Nel frattempo, naturalmente, noi continueremo a far sentire la nostra voce». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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