Martedì nero per
l’ambiente: una moria
di pesci nella Seriola

di Gianbattista Manganoni
La moria di pesci è stata scoperta ieri mattina a Gambara
La moria di pesci è stata scoperta ieri mattina a Gambara
La moria di pesci è stata scoperta ieri mattina a Gambara
La moria di pesci è stata scoperta ieri mattina a Gambara

Ripetutamente vittima della criminalità ambientale nel passato, il fiume Gambara non è rimasto a lungo immune dal fenomeno degli scarichi illegali che sta uccidendo lentamente corsi d’acqua grandi e piccoli della Bassa. Stavolta è toccato a una derivazione dell’invaso principale: è stato il canale Seriola a fare da sfondo a una importante moria di pesci causata dall’inquinamento. L’ha scoperta ieri mattina un operatore del Consorzio irriguo Allegri. Attorno alle 7 l’addetto stava controllando la paratoia di via Gazzo, a un centinaio di metri da piazza IV Novembre, e si è accorto della presenza nel canale di diversi pesci morti, tra i quali alcuni grossi esemplari di carpa, e di altri esemplari che stavano boccheggiando. L’allarme ha fatto arrivare sul posto i carabinieri della stazione di Gambara, la polizia locale, i funzionari del servizio veterinario dell’Ats di Leno, un responsabile del consorzio irriguo e il neo assessore comunale all’Ecologia Dario Pirelli. Gli addetti dell’Ats hanno raccolto alcuni pesci morti da inviare all’Istituto Zooprofilattico di Brescia per le analisi, e la polizia locale ha prelevato campioni di acqua del canale da inviare a laboratori di analisi per stabilire il tipo di inquinante che ha causato la moria. INFINE i responsabili del consorzio irriguo hanno aperto la paratia della chiusa di via Gazzo, per permettere il defluire dell’acqua del canale Seriola e limitare i danni alla fauna acquatica. Dopo alcune centinaia di metri dal punto della moria, costeggiando la strada provinciale per Fiesse il corso d’acqua secodario si reimmette nel fiume Gambara, all’altezza del ponte. L’operazione ha probabilmente salvato molti pesci, che finendo nel corso più ampio del fiume hanno trovato un ambiente meno tossico. La notizia dell’inquinamento si è diffusa in fretta e tante persone sono accorse chiedendo chiarimenti: qualcuno ha ipotizzato lo sversamento di liquami zootecnici; altri il lavaggio di una cisterna da parte di persone senza scrupoli. Le indagini per individuare l’origine del problema non sembrano comunque semplici; anche perché l’inquinamento era iniziato verosimilmente molte ore prima, forse di notte o addirittura dalla sera precedente. Agenti e tecnici hanno risalito a ritroso il canale senza trovare niente, e in effetti la fonte inquinante potrebbe trovarsi anche a monte di qualche chilometro. L’unica cosa certa è l’indignazione di tante persone. Tra queste il pittore gambarese Pierangelo Minotti, che nel pomeriggio ha appeso uno striscione alle chiaviche, sul quale ha espresso tutto il suo sconcerto concludendo che «non possiamo restare in silenzio: dobbiamo impegnarci per un cambiamento di mentalità». •

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