«Mi filmava nuda per ricattarmi dopo gli abusi»

di PA.CI.
La vittima ha raccontato dei presunti abusi nell’aula del tribunale
La vittima ha raccontato dei presunti abusi nell’aula del tribunale
La vittima ha raccontato dei presunti abusi nell’aula del tribunale
La vittima ha raccontato dei presunti abusi nell’aula del tribunale

A distanza di quattro anni da quando è scappata di casa e dai genitori per sfuggire a presunti maltrattamenti e abusi sessuali da parte del padre, ieri davanti ai giudici ha ripercorso quei momenti. «Allungava le mani su di me – ha spiegato la giovane, una ventenne di origine senegalese diventata nel frattempo mamma –. Una volta mi ha filmato nuda e quando ha finito mi ha minacciato di diffonderlo sulla rete web se avessi raccontato dell’accaduto a qualcuno». LE PRESUNTE ATTENZIONI morbose erano solo una parte delle violenze che la ragazza ha raccontato di avere subito dal padre, un operaio senegalese quarantenne residente nella Bassa. L’immigrato è accusato di maltrattamenti e violenza sessuale. Con lui a processo c'è anche la moglie, anche lei del Senegal e coetanea del marito e madre della ragazza, e di altri tre fratelli, che non avrebbe fatto nulla per impedire gli abusi. «Mio padre mi ha picchiato anche usando un cavo elettrico», ha ricordato in aula la ragazza non lesinando dettagli sul suo incubo domestico vissuto senza poter chiedere aiuto a nessuno. La sua colpa, ha sottolineato nel corso dell'udienza di ieri mattina, quella di volersi «fidanzare» con un ragazzo mentre il padre avrebbe voluto farla sposare con un cugino del paese di origine. Un inferno da cui aveva deciso di fuggire quattro anni fa quando aveva lasciato il paese della Bassa in cui viveva con i genitori e i fratelli per rifugiarsi a Bedizzole da una cugina. Una volta lì avrebbe deciso di raggiungere i carabinieri per denunciare quel che avrebbe subito negli anni dell'adolescenza sotto il tetto di casa. «Da quel momento non ho più voluto avere a che fare con mio padre e mia madre – ha proseguito la vittima nel corso della sua deposizione davanti alla prima sezione penale del tribunale di Brescia –. Anche se dentro di me posso avere perdonato per quello che è successo, con loro ogni rapporto è stato chiuso». E anche quello con i fratelli più piccoli, ha raccontato, non esisterebbe più. «Non posso sentirli – ha spiegato mostrandosi molto rammaricata –. Mio padre non vuole che mi parlino». Il processo è stato aggiornato al 2021. LA PROSSIMA UDIENZA è stata fissata per il 4 febbraio. Quel giorno in aula saranno sentiti i genitori della giovane, ieri non erano presenti in aula, che racconteranno la loro verità. Poi il tribunale potrebbe chiudere l'istruttoria per poi fare discutere le parti per poi ritirarsi in camera di consiglio e uscire con la sentenza nei confronti dei due imputati. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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