Nuova piazza
nel mirino
dell’Anticorruzione

di Valerio Morabito
I cantieri della nuova piazza di Carpenedolo nel mirino dell’Anac
I cantieri della nuova piazza di Carpenedolo nel mirino dell’Anac
I cantieri della nuova piazza di Carpenedolo nel mirino dell’Anac
I cantieri della nuova piazza di Carpenedolo nel mirino dell’Anac

In tempi non sospetti l’Autorità nazionale anticorruzione aveva messo in guardia il Comune dalle anomalie sul sub-appalto dei lavori di costruzione di piazza Europa, una delle opere di Carpenedolo finite successivamente al centro dell’inchiesta aperta dalla magistratura che coinvolge 18 persone. Il retroscena emerge dalle conclusioni dell’istruttoria condotta dall’Anac divulgate solo in questi giorni. Il documento, firmato dall’ormai ex presidente dell’authority Raffaele Cantone, a prescindere dalle valutazioni dell’inchiesta coordinata dal pm Ambrogio Cassiani, ha messo in evidenza che «sono diversi i profili di illegittimità rilevati nel sistema di affidamento dei lavori per l’opera». In particolar modo l’Anac mette in evidenza la «non conformità dell’operato della stazione appaltante in quanto la motivazione posta alla base della procedura adottata non può considerarsi adeguata, mancando i presupposti per la consegna d’urgenza». In sostanza l’iter non poteva ricorrere a scorciatoie per sporzionare un lotto di lavori da 850 mila euro. Nel corso degli accertamenti dei tecnici dell’Anac che citano il pacchetto normativo sulla trasparenza e congruità degli affidamenti di opere pubbliche, è stato ravvisato «il superamento - si legge nelle conclusioni dell’istruttoria - della soglia sub-appaltabile del 30% nell’ambito dei lavori». L’INTERVENTO DELL’ANAC era stato sollecitato ad aprile da un esposto presentato da un gruppo di cittadini che paventava diverse illegittimità riguardanti la procedura per i lavori in piazza Europa. Le anomalie sulle quali si era concentrato la segnalazione riguardavano «la presenza in cantiere di personale di ditte non affidatarie dei lavori in appalto o in subappalto» e appunto «il superamento della soglia del 30% dell’ammontare dei lavori subappaltabili e la mancanza dei presupposti per l’esecuzione d’urgenza dei lavori non essendo ravvisabili eventi oggettivamente imprevedibili, situazioni di pericolo o grave danno all’interesse pubblico». Nel mirino era finita anche la scelta della procedura negoziata senza bando. LE CONTESTAZIONi sono state in larga parte confermate dall’Anac che come la procura si è soffermata soprattutto sugli affidamenti secondari. «L’eventuale subappalto non può superare il trenta per cento dell’importo delle opere complessivo e non può essere, senza ragioni obiettive, suddiviso», aveva concluso l’Anac sollecitando il Comune a rivedere le assegnazioni entro un mese. I lavori invece sono proseguiti con lo stesso schema fino all’inaugurazione della piazza. Nel frattempo è arrivata la chiusura delle indagini. Oltre a quello della piazza l’accusa ipotizza che altri appalti siano stati orientati per permettere l’aggiudicazione a ditte «amiche», subappalti concessi eludendo la normativa, incarichi da decine di migliaia di euro all’anno affidati a chi per conflitto di interesse non avrebbe potuto averli e poi opere realizzate in maniera abusiva, ma che per il responsabile dell’Ufficio Tecnico sarebbero state conformi. •

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