Offensiva legale per potenziare le discariche

di Valerio Morabito
Il fattore di pressione impedisce di ampliare o aprire discariche in zone  già stressate  ambientalmenteDopo le sconfitte al Tar, la Systema si rivolge al Consiglio di Stato
Il fattore di pressione impedisce di ampliare o aprire discariche in zone già stressate ambientalmenteDopo le sconfitte al Tar, la Systema si rivolge al Consiglio di Stato
Il fattore di pressione impedisce di ampliare o aprire discariche in zone  già stressate  ambientalmenteDopo le sconfitte al Tar, la Systema si rivolge al Consiglio di Stato
Il fattore di pressione impedisce di ampliare o aprire discariche in zone già stressate ambientalmenteDopo le sconfitte al Tar, la Systema si rivolge al Consiglio di Stato

Una battaglia legale infinita. Parte dalla «pattumiera d’Europa», come è stata ribattezzata Montichiari l’ennesimo attacco all’indice di pressione, la norma varata dalla Regione per impedire l’apertura o l’ampliamento di discariche in territori già stressati dal punto di vista ambientale proprio come la Bassa. DOPO LA BOCCIATURA davanti al Tar di Milano dei ricorsi presentati dai legali della Systema Ambiente i proprietari della discarica di Vighizzolo si sono rivolti al Consiglio di Stato chiedendo di rivedere il fattore di pressione. Il vincolo calibrato alla quantità di rifiuti «sepolti» su un determinato territorio, ha stoppato il progetto di discarica Padana Green a Vighizzolo e bloccato la richiesta di ampliamento della Systema Ambiente per smaltire un extra di 305 mila metri cubi di rifiuti nell'impianto dell'Ate 43. Nello specifico il gruppo Cerroni ha puntato il dito contro il criterio localizzativo del fattore di pressione, che «sarebbe particolarmente penalizzante e sicuramente lesivo per i gestori di discariche suscettibili di ricevere ulteriori volumi di rifiuti oltre quelli già autorizzati, senza necessità di impegnare ulteriore territorio oltre quello già occupato dall'impianto autorizzato». Il riferimento dei legali della Systema Ambiente non è stato casuale, considerando che nel 2016 i privati avevano fatto ricorso al Tar di Milano dopo la bocciatura per una variante sostanziale della discarica di Vighizzolo che, se fosse stata approvata, avrebbe portato ad un innalzamento della sommità dell'impianto per circa 3,5 metri, con un aumento di capacità di smaltimento dell'impianto, ma facendo restare invariata la superficie già occupata. I GIUDICI AMMINISTRATIVI avevano respinto anche questo ricorso della Systema Ambiente in quanto hanno fatto leva su un punto fondamentale contenuto nel Piano regionale gestione dei rifiuti. Il Prgr ha previsto un criterio localizzativo escludente il quale «preclude interventi ad alto impatto ambientali nei Comuni come Montichiari dove la realizzazione di nuovi impianti determini il superamento del fattore di pressione». I giudici amministrativi avevano dato atto alla situazione precaria, dal punto di vista ambientale e sanitario, della zona tra Montichiari e Calcinato: «In questa enclave - si legge nella sentenza - è presente un’impressionante localizzazione di impianti di trattamento rifiuti, oltre una decina, suddivisi tra diverse tipologie, per un totale di volumi autorizzati pari a oltre 12 milioni di metri cubi. In questo contesto sono evidenti i potenziali danni alla salute della popolazione residente nell'area interessata all'ampliamento della discarica». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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