Parkinson, storia di un resiliente

di C.REB.
Pierandrea Cazzaniga e  la moglie
Pierandrea Cazzaniga e la moglie
Pierandrea Cazzaniga e  la moglie
Pierandrea Cazzaniga e la moglie

Un convegno on-line nel ricordo di Pierandrea Cazzaniga, figura di primo piano per l’impegno sociale e politico a Manerbio negli anni Sessanta e Settanta, consigliere comunale, assessore e anche sindaco della cittadina, nonchè primo direttore della Finchimica e impavido combattente del morbo di Parkinson che lo aveva colpito all’età di 42 anni. A poco più di un anno dalla morte, avvenuta il 14 ottobre 2019, Cazzaniga viene ricordato attraverso la pubblicazione di un’autobiografia intitolata «Il giglio del Moloncello. Storia di un parkinsoniano resiliente», che verrà presentata oggi alle ore 15 con una diretta streaming trasmessa sul sito www.lastoriadipierandrea.it. Il titolo del libro connota sostanzialmente le due fasi della vita di Cazzaniga: quella fino all’età di 42 anni, caratterizzata da un’intensa attività sociale, politica, culturale e professionale, e quella dei 36 anni successivi, da quando cioè gli venne diagnosticato il Parkinson. «Con caparbietà e determinazione Pierandrea ha tenuto testa alla malattia - scrive nell’introduzione la moglie, Dialma Cantaboni, anche lei sindaco alla fine degli anni Novanta -, dimostrando a se stesso prima che ad altri, che anche nella fatica che ti capita di attraversare ci sono sempre opportunità che danno senso pieno alla vita. Perché non ne scrivi?, gli domandavo spesso. Ma a chi vuoi che interessi!, era la sua risposta. Ma alla lunga si è arreso, e ha cominciato a raccontare. La mia speranza è che queste pagine possano essere in qualche modo d’aiuto e di stimolo a chi si trova davanti alla sfida impegnativa della malattia e delle sue tante domande». Cinque i capitoli del libro: la scoperta della malattia, il percorso formativo e le prime esperienze lavorative, l’impegno sociale e politico, la nascita e lo sviluppo della Finchimica, e infine una sorta di «reportage» dall’infanzia, vissuta nello straordinario contesto della «città sociale» costruita da Marzotto attorno al grande lanificio che ha segnato in maniera indissolubile la storia di Manerbio. Le ultime pagine sono riservate ai «verbi dell’amicizia», un patrimonio - scrive Cazzaniga - «da augurare a tutti, e ad un parkinsoniano in maniera particolare». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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