Piscina, altro buco nell’acqua I tuffi estivi sono un miraggio

di Cinzia Reboni
Gli interni della piscina di  Bagnolo Mella rimasta senza gestore
Gli interni della piscina di Bagnolo Mella rimasta senza gestore
Gli interni della piscina di  Bagnolo Mella rimasta senza gestore
Gli interni della piscina di Bagnolo Mella rimasta senza gestore

La piscina comunale di Bagnolo rischia di fare un altro... buco nell’acqua. Complici le difficoltà causate dall’emergenza coronavirus, la Sport Management ha chiesto la risoluzione per giusta causa del contratto quinquennale di gestione, stipulato il 13 settembre 2017. L’esecutivo guidato da Cristina Almici ha dovuto accettare il passo indietro della società. Il blocco imposto dalla pandemia rientra infatti tra le «situazioni imprevedibili» che rendono impossibile proseguire la gestione dell’impianto. A fine mese, quando finirà la quarantena per le piscine della Lombardia, l’impianto di Bagnolo rischia di non riaprire. Il Comune sta cercando una soluzione per salvare almeno parte dell’estate. I tecnici municipali e quelli della Sport Management hanno effettuato un sopralluogo congiunto sulla struttura in via Borgo per stilare una lista di interventi e stabilire il canone 2020 che il gestore dovrà versare, tenuto conto dello stop forzato dell’attività. Già definito il programma di manutenzione straordinaria, compresa la sanificazione dei locali e degli spogliatoi resa obbligatoria dal decreto regionale. Andranno verificate tutte le utenze, premessa necessaria per il cambio di gestore. Una volta definiti tutti i rapporti con la Sport Management, il Comune volterà pagina. «I TEMPI SONO davvero stretti - ammette Cristina Almici -. Tenteremo il tutto per tutto per aprire a fine mese. Stiamo studiando la possibilità di un incarico provvisorio». Non sarebbe una novità visto che, già prima del bando del 2017 vinto dalla Sport Management, la gestione era stata affidata temporaneamente alla Gam in seguito all’uscita di scena di Aqvasport, che non aveva mai rispettato al convenzione stipulata col Comune. La complessa questione - ancora in parte aperta - era iniziata nel 1997, anno di costruzione della piscina, opera costata 1,7 milioni. Nel 2007 l’Amministrazione comunale aveva deciso di rifinanziare il debito, rimasto nel frattempo inalterato, per venire incontro alle difficoltà finanziarie di Aqvasport. Nonostante la misura «straordinaria», il gestore non era mai riuscito a risolvere i problemi, e dal gennaio 2013 aveva interrotto anche i pagamenti delle rate del mutuo. Una situazione che, nonostante i numerosi solleciti, nel 2015 aveva spinto il Comune ad estromettere Aqvasport dalla gestione della piscina. Lo scorso anno, sanato il contenzioso tra l’Amministrazione comunale e la Banca del Territorio Lombardo, scaturito dalla fidejussione siglata al momento della costruzione dell’impianto, che rischiava di pesare esclusivamente sulle casse municipali, la «telenovela» sembrava avviata verso un lieto fine, anche se rimane aperta la vicenda legale collegata alla richiesta risarcitoria di Aqvasport nei confronti del Comune per l’estromissione nella gestione dell’impianto prima della scadenza naturale. Ora il nuovo stop, che rischia di lasciare nuovamente... all’asciutto i residenti di Bagnolo. •

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