Razzia di farmaci: le indagini collegano Montichiari a Rho

di V.MOR.

Gli inquirenti stanno cercando dei potenziali legami tra il maxi furto di sostanze dopanti avvenuto nella farmacia dell’ospedale di Montichiari e la razzia di medicinali anti-tumorali avvenuta 24 ore più tardi a Rho. I due colpi hanno fruttato complessivamente 700 mila euro di refurtiva. Gli inquirenti non escludono che i due blitz su commissione abbiano in comune lo stesso canale di ricettazione proiettato all’estero. Con l’incedere degli accertamenti e nonostante lo stretto riserbo degli inquirenti trapelano intanto nuovi dettagli sul raid a Montichiari dove sono stati rubati eritropoietina (Epo) e sostanze per curare pazienti in emodialisi per un valore di mercato che si aggira attorno ai 300 mila euro. Durante il furto sarebbe scattato l'allarme della cella frigorifera, ma i ladri avrebbero messo fuori uso in pochi secondi il segnalatore sonoro e quello collegato ai computer del presidio. La conferma che i responsabili dei raid conoscevano molto bene gli spazi in cui si muovevano. L’attenzione dei carabinieri del Nas si sta concentrando sui canali di ricettazione delle sostanze rubate. Quasi sicuramente la refurtiva è stata stoccata in un magazzino con celle frigorifere in attesa di essere venduta sul mercato clandestino dei dopanti che prolifera anche sul web. ALL’OSPEDALE DI RHO sono stati invece rubati circa 400 mila euro di farmaci antitumorali. Anche in questo caso si è trattato di un furto su commissione. Su entrambe le vicende è intervenuto il vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Carlo Borghetti: «Con molta probabilità siamo di fronte a un’operazione mirata, condotta da organizzazioni strutturate e in grado di rimettere sul mercato simili refurtive e purtroppo in Lombardia la criminalità organizzata ha già dimostrato di saper lucrare sul riciclaggio di questi farmaci». Quello dei furti dei farmaci è uno dei business emergenti delle organizzazioni mafiose. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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