Revocata la diffida La fonderia ha riaperto

Diffida e sospensione dell’Aia «inflitte» dalla Provincia alla Fonderia Montini di Travagliato fino al 31 luglio sono state revocate. Da giovedì l’impianto è nuovamente operativo. Secondo l’azienda, «colpita da un gravoso e ingiustificato provvedimento fondato su presunte emissioni di cattivi odori che, secondo la Provincia, potrebbero comportare situazioni di pericolo immediato per l’ambiente», mercoledì «in un proficuo incontro è stata chiarita l’illegittimità del provvedimento». Le molestie olfattive - precisa la società - «ad oggi non sono mai state provate. Per questo motivo, avevamo preso parte al tavolo tecnico indetto dal sindaco di Travagliato il 28 giugno, con cui è stato dato avvio al procedimento tecnico di caratterizzazione delle emissioni in atmosfera». Anziché attendere l’esito di questa procedura, «la Provincia aveva deciso di bloccare l’attività nel periodo di maggior volume di lavoro, mettendo a rischio il posto di lavoro di oltre 40 famiglie, oltre l’indotto». Peraltro - sostiene ancora la società - «la stessa verifica era già stata condotta sulla fonderia nel 2017. La campagna di monitoraggio durata oltre sei mesi, condotta dall’Ufficio tecnico con il supporto di Arpa, aveva accertato che “la frequenza del disagio olfattivo percepito ricade nella normale tollerabilità”». Sulla relazione tra la presunta puzza e il pericolo per l’ambiente, «che appare spropositata e non realistica - affermano i vertici della Montini - ci limitiamo a richiamare gli esiti della campagna di monitoraggio della qualità dell’aria di Travagliato condotta da Arpa nel 2020, che hanno evidenziato come il quadro non si discosta da quello di altre postazioni della rete di rilevamento lombarda». La fonderia sostiene di non avere responsabilità nella difficile convivenza con i residenti della zona. «Negli anni ’90 nonostante il parere contrario di Arpa, il Comune ha autorizzato a costruire delle case nelle immediate vicinanze della fonderia, con dubbio rispetto degli standard di legge». Il problema dunque non sarebbe la Montini, ma quello che, negli anni, è stato costruito attorno. «La società ha effettuato ingenti investimenti green. Nei mesi scorsi è stato installato un sistema innovativo ad ossigeno supersonico, già attivo su uno dei due forni, con la sostituzione di un filtro con uno più potente. Un intervento da mezzo milione di euro». Nei giorni di fermo imposti dalla Provincia prima della sospensione della misura, «sono comunque giunte al Comune segnalazioni di tanfo di plastica bruciata, che non può essere imputato alla nostra società», conclude la Montini.•.

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