Il Chiese è nella morsa dell'inquinamento. Un’emergenza che conferma i timori espressi dalle popolazioni e dagli amministratori di Bassa e Valsabbia nei confronti del terminale del maxi depuratore del Garda destinato a scaricare i reflui depurati nel fiume. Una scelta simile a un azzardo considerato che il corso d’acqua è già una bomba batteriologica pronta a esplodere con effetti incontrollati e incontrollabili come dimostra l’epidemia di legionella e polmonite dello scorso anno. Ieri sul Chiese sono comparse chiazze marroni e maleodoranti all'altezza del ponte di Borgosotto a Montichiari. Un fenomeno, in realtà, che si ripresenta a fasi alterne ormai da due anni. Nel tratto di fiume che scorre in territorio di Calcinatello si è registrato uno sversamento di sostanze organiche in uno dei tre scarichi in via Croce Santo Stefano. All'altezza della diga di Acquafredda è defluita per l’intera giornata una chiazza schiumosa e biancastra. Uno stillicidio di episodi di inquinamento che suona come un campanello d’allarme in vista dell'inevitabile abbassamento del livello del Chiese. •