Spari nella notte ai Chiarini: il mandante resta in silenzio

di Paolo Cittadini
La strada  della località Chiarini teatro della folle aggressione a colpi di pistola
La strada della località Chiarini teatro della folle aggressione a colpi di pistola
La strada  della località Chiarini teatro della folle aggressione a colpi di pistola
La strada della località Chiarini teatro della folle aggressione a colpi di pistola

Davanti al gip Riccardo Moreschi, ha scelto la strada del silenzio Antonio Di Sanzo, il 27 enne di Montichiari (è però originario della Puglia) che venerdì sera avrebbe armato la mano del nipotino di 13 anni facendogli spare alcuni colpo d’arma d fuoco che hanno ferito alla spalla il 31 enne Manuel Poffa pure lui residente a Montichiari. Interrogato dal giudice che lo ha raggiunto in carcere, il 27enne di origine pugliese, alle spalle pochi precedenti di polizia non ancor arrivati in aula, avrebbe costretto il nipote tredicenne a fare fuoco contro Poffa, colpevole di avere iniziato una simpatia con l’ex compagna di Di Sanzo. Davanti al gip che doveva convalidare il fermo (nelle prossime ore è attesa la decisione del magistrato), il 27enne ha fatto scena muta, mentre il pubblico ministero Alessio Bernardi ha chiesto per il mandante 27 enne la misura cautelare della detenzione in carcere. L’accusa nei suoi confronti è quella di tentato omicidio, ma potrebbe farsi più grave qualora venisse dimostrato che abbia armato la mano del nipote che vive a Montichiari insieme ai nonni e avrebbe nello zio 27 enne il proprio punto di riferimento. Il ragazzino, al momento in carico ai Servizi sociali del Comune di Montichiari che l’hanno affidato a una struttura protetta, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti (le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Desenzano sono coordinate dal sostituto procuratore Alessio Bernardi), sarebbe stato costretto dallo zio a seguirlo sul luogo dell’agguato e quindi avrebbe sparato ferendo Manuel Poffa che, ancora ricoverato in ospedale, non verserebbe più in pericolo di vita. All’origine della aggressione culminata nei colpi d’arma da fuoco, ci sarebbe la gelosia di Di Sanzo nei confronti del 31 enne Manuel Poffa che avrebbe manifestato simpatie per la ex compagna del mandante della spedizione. «Questo è ciò che emerso dopo avere ascoltato il fermato - sottolineano gli inquirenti -. Al momento però non vogliamo escludere piste alternative. Di Sanzo per ora non ha voluto raccontare nulla di più sull’episodio e nemmeno davanti al gip ha deciso di raccontare la sua verità». Non si vogliono per questo motivo escludere altri moventi alla aggressione a colpi d’arma da fuoco messa a segno giovedì sera ai Chiarini di Montichiari. Tentato omicidio in concorso (il nipote tredicenne vista la giovane età non può però essere imputato e quindi punito per il reato) e detenzione di arma illegale (la pistola utilizzata nell’agguato ha infatti la matricola abrasa) i reati contestati al 27 enne attualmente detenuto nel carcere cittadino di Canton Mombello.•.

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