Strada dei cavatori, accelerano solo i rondò

A Montichiari sta prendendo forma la rotonda dei cavatoriL’emergenza Coronavirus non farà slittare i tempi dell’opera
A Montichiari sta prendendo forma la rotonda dei cavatoriL’emergenza Coronavirus non farà slittare i tempi dell’opera
A Montichiari sta prendendo forma la rotonda dei cavatoriL’emergenza Coronavirus non farà slittare i tempi dell’opera
A Montichiari sta prendendo forma la rotonda dei cavatoriL’emergenza Coronavirus non farà slittare i tempi dell’opera

Valerio Morabito Le restrizioni per fermare il contagio da Covid-19 non bloccano i cantieri delle rotatorie al «Casermone». Negli ultimi giorni anche il secondo rondò, che si trova a pochi metri di distanza dagli impianti di smaltimento rifiuti di Vighizzolo, è stato quasi ultimato. Qualche mese fa era stato completato il primo intervento. NELLA GIORNATA di venerdì sono stati realizzati i lavori di asfaltatura della strada intorno alla rotatoria, mentre la prossima settimana dovrebbe concludersi l’intera operazione così da regolarizzare definitivamente la viabilità. Le attività, iniziate nell’inverno 2019, sono entrate nel vivo dopo che gli «inquilini» dell'Ate 43, ovvero le società che gestiscono cave e discariche, hanno adempiuto a una serie di obblighi previsti dalla convenzione quadro stipulata con il Comune di Montichiari. I due rondò andranno a sostituire le pericolose corsie di immissione, ma sullo sfondo restano le critiche per un intervento di cui sostanzialmente non beneficerà la comunità di Montichiari: le infrastrutture saranno prevalentemente a uso e consumo dei mezzi pesanti in transito attorno a bacini di escavazione e siti di smaltimento rifiuti. E tenendo in considerazione il fattore di pressione, che di fatto impedisce l’apertura di nuove discariche in zona, queste opere - sottolineano i critici - saranno fondamentali per il comparto delle cave. SOPRATTUTTO se si tiene in considerazione che, nelle ultime settimane, sono iniziati i lavori per realizzare un nuovo impianto estrattivo nel cuore dell'Ate 44, su un’area agricola di oltre 72 mila metri quadrati: qui la ditta «Panni» potrà estrarre per cinque anni, rispettivamente, 470 mila e 642 metri cubi di sabbia e ghiaia. Si tratta, è bene sottolinearlo, di opere di compensazione secondarie per la popolazione di Vighizzolo. Del resto questo segmento di strada viene utilizzato quasi esclusivamente dai camion in entrata e uscita dagli impianti di smaltimento dei rifiuti e dalle cave. Il vero nodo della questione rimane sempre legato al capitolo delle mitigazioni di natura ambientale, attualmente ferme al palo: non bisogna dimenticare che, nel corso degli ultimi anni, la piantumazione a schermo delle attività ad alto impatto è stata realizzata solo in una minima parte, mentre considerati i vari progetti presentati le ditte avrebbero dovuto fare ben di più di quello che hanno realizzato finora. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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