Tar, la discarica
non si può
ampliare

di Cinzia Reboni
Una manifestazione di protesta contro l’ampliamento della discarica
Una manifestazione di protesta contro l’ampliamento della discarica
Una manifestazione di protesta contro l’ampliamento della discarica
Una manifestazione di protesta contro l’ampliamento della discarica

Stop all’ampliamento della discarica «Bettoni» di Travagliato. Il Tar di Brescia - che in ottobre aveva «congelato» la bocciatura della Provincia al progetto, in attesa del giudizio di merito - ha ora respinto il ricorso presentato dall’azienda che chiedeva il via libera a smaltire ulteriori 685.500 metri cubi di rifiuti inerti nel sito in località «Cascina Rinascente». La Regione si era schierata a fianco della Provincia, costituendosi in giudizio insieme a Legambiente, in difesa delle linee guida dell’indice di pressione.


LA «PARTITA» si è giocata sui numeri, e in particolare sul divieto imposto dalla norma regionale ad ampliare o aprire nuove discariche in zone già stressate ambientalmente: il vincolo scatta quando nell'area comunale sono stoccati più di 145mila metri cubi per chilometro quadrato. Il fattore di pressione si applica anche se nel perimetro di 5 chilometri dal luogo del progetto sono stipati più di 64 mila metri cubi di scorie. Sia il Piano regionale che il successivo decreto del 2017 stabiliscono che nel calcolo del fattore di pressione siano sommati alle nuove quantità di progetto tutti i rifiuti conferiti precedentemente in discarica, tuttavia «considerando soltanto i siti autorizzati a partire dalla legge regionale del 1980, escludendo perciò quelli più vecchi, anche se censiti». Ago della bilancia, nel caso della Bettoni, è stata la discarica Bosco Sella di Castegnato, realizzata nel 1973 da Asm Brescia, attiva fino al 1989, e quindi passata ad A2A Ambiente, «il principale impianto di smaltimento rifiuti utilizzato dall’Azienda municipale del Comune di Brescia prima della costruzione del termoutilizzatore», come sottolineato dalla Provincia nella sua difesa. In pratica, la Bettoni ha conteggiato soltanto il dato volumetrico indicato dalla Regione Lombardia nel 1986, quando è stato autorizzato l’ampliamento della discarica, per un totale complessivo di 795 mila metri cubi. Ma la Provincia, acquisendo una nota di A2A del settembre 2018 in cui viene indicato un conferimento ininterrotto tra il 1973 ed il 1989 pari a 3.436.243 tonnellate, ha sommato questo quantitativo a quello del progetto di ampliamento della Bettoni, che uniti a quelli delle altre discariche sul territorio, sfora i 64 mila metri cubi fissati dalla norma regionale. Secondo il Tar, i conteggi del Broletto sono corretti, circostanza che rafforza la tenuta normativa dell'indice di pressione. «Finalmente una notizia positiva per l’Ovest bresciano - è il commento di Silvio Parzanini, presidente del Circolo Legambiente Franciacorta -. L’azione legale sostenuta dalla Provincia, dalla Regione e dalla nostra associazione ha portato ad un risultato davvero molto importante, rendendo finalmente applicabile ed efficace l’indice di pressione». Determinante ai fini della sentenza la documentazione prodotta da Legambiente: «La delibera del 1983 della Regione, con la prosecuzione di un’attività già in atto, ha fatto la differenza - spiega l’avvocato Pietro Garbarino -: a quel punto è stato inevitabile conteggiare il quantitativo di rifiuti depositati a Bosco Sella prima del 1986, e non dopo come sostenuto dall’azienda Bettoni».

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