Torbiere chiuse contro le orde barbariche

di Alessandro Romele
Le protezioni abbattute e rimosse  dai soliti furbetti dell’escursione Rischio assembramenti e troppa inciviltà: le Torbiere restano chiuse
Le protezioni abbattute e rimosse dai soliti furbetti dell’escursione Rischio assembramenti e troppa inciviltà: le Torbiere restano chiuse
Le protezioni abbattute e rimosse  dai soliti furbetti dell’escursione Rischio assembramenti e troppa inciviltà: le Torbiere restano chiuse
Le protezioni abbattute e rimosse dai soliti furbetti dell’escursione Rischio assembramenti e troppa inciviltà: le Torbiere restano chiuse

Ai furbetti della fase 2 sono bastate poche ore per trasformare le Torbiere in una terra di nessuno. Lunedì l’oasi del Sebino è stata assediata da runners ed escursionisti in bicicletta che infischiandosene delle norme di sicurezza e del regolamento della zona umida hanno provocato danni e disturbato l’avifauna. Per dare un’idea dello scempio compiuto nella Riserva incastonata tra Iseo, Provaglio e Corte Franca basta dire che c’è stato chi ha strappato le barriere di uno degli ingressi, inoltrandosi nell’area naturalistica più vulnerabile in sella a mountain bike. «SIAMO DI FRONTE a comportamenti inqualificabili – ammette Gianbattista Bosio, presidente del Consorzio di gestione della Riserva –. Sono state violate tutte ordinanze». Per dare un segnale forte, il consorzio ha deciso di tenere chiuse le Torbiere fino al 17 maggio. «La sicurezza dei visitatori è una priorità assoluta – premette Bosio -, e i viali interni all’area non permettono di mantenere le distanze minime di sicurezza. Va anche detto che alcune specie di uccelli, approfittando delle settimane di calma che ci sono state, stanno nidificando proprio in questi giorni, e questa è un’occasione per lasciarli tranquilli». C’è poi anche la necessità di organizzare una sorveglianza contro i comportamenti incivili. «Sono bastate poche ore di libertà – si legge in una nota dell’associazione Amici della Riserva – per confermare che l’essere umano non impara, non rispetta e non ragiona. Invece di godervi questa ritrovata libertà dove potete, siete andati nei pochi posti che tramite ordinanze sono ancora chiusi». «LA PERDITA, in termini economici dei due mesi di stop– conclude Bosio – si aggira tra i 25 e i 30 mila euro. Un mancato gettito che ci costringerà a sfoltire gli interventi in agenda. Le contingenze non ci lasciavano tuttavia altra scelta di quella del rigore». Per gli amanti delle escursioni, sono state riaperte altre zone, come ad esempio l'antica Via Valeriana, che da Pilzone sale verso Pisogne, attraversando i boschi e gli uliveti. A Marone è stata riaperta la Strada dell'olio. •

Suggerimenti