Viene definito «impaludamento». Si tratta del ristagno prolungato dei liquami zootecnici sparsi in modo improprio sui campi. La sostanza organica moltiplica così la produzione di azoto che mette a repentaglio le falde meno profonde. L’INQUINAMENTO ha come effetto collaterale l’esalazione di una puzza nauseabonda e penetrante che raggiunge i centri abitati. L’emergenza da contingente sta diventando strutturale nell’area compresa tra Roccafranca, Rudiano e Urago d’Oglio. Nelle ultime settimane, in molti casi l’aria è stata talmente irrespirabile da aver imposto ai residenti la chiusura di porte e finestre in un momento nel quale un balcone o una terrazza consente di smaltire almeno in parte la «reclusione» da coronavirus. Il problema sono gli spandimenti-selvaggi quelli che avvengono al di fuori del calendario fissato dalla Regione. A Roccafranca ci terreni dove è stato sparso liquame un mese fa, ma la sostanza organica non è stata assorbita. «Le mosche si sono moltiplicate in modo pauroso al punto di non poter tenere aperte le finestre - raccontano i residenti -. Aggiungetevi la paura del coronavirus e il nostro isolamento è diventato pauroso». «È assurdo – spiega il sindaco Marco Franzelli –, allevatori e agricoltori hanno anche fondi della Regione Lombardia persino per gli interratori automatici, che evitano, dopo lo spandimento, di dover passare con l’aratro. Non ci sono scuse per violare la direttiva». A Rudiano anche il sindaco Alfredo Bonetti si appella «al buon senso degli agricoltori affinché rispettino quanto previsto per lo spandimento dei liquami». A Urago d’Oglio invece il primo cittadino Gianluigi Brugali ha fatto addirittura un briefing con la Polizia Locale: «Ho chiesto collaborazione e fermezza – spiega -. Non siamo a caccia di multe, ma di allevatori e agricoltori che rispettino semplicemente la legge. Ho chiesto agli agenti di ricordare agli allevatori la Direttiva e i rischi che comporta la violazione delle norme». STESSA SITUAZIONE tra Montichiari e Calcinato dove da giorni gli abitanti sono costretti a convivere con la puzza. E l’altro pomeriggio si è registrato l’ennesimo sversamento di liquami nel fiume Chiese. All’altezza della diga di Acquafredda una chiazza di schiuma e acqua giallastra è defluita per ore. Ha collaborato Valerio Morabito