Turista uccisa dal bus Assolto il conducente

I pescatori professionisti  chiedono più tutele per le acque del Garda
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•• Si è concluso, con l’assoluzione del conducente del pullman, il processo per la morte della turista, Erika Konen Barbel, investita nell’agosto del 2018 nel parcheggio Montebaldo di Sirmione. Secondo il giudice «L’autista, pur operando con la dovuta diligenza, non ha avuto la possibilità di avvedersi della vittima». Antonio Trevisani di Trento, all’epoca della tragedia dipendente dell’azienda di trasporti Trentinobus era alla guida dell’autobus Iveco Mageliys. Nel pomeriggio del 22 agosto di tre anni fa, mentre era in manovra nel piazzale di Sirmione travolse una turista di nazionalità tedesca reduce con una comitiva dalla visita al castello scaligero. La 75enne - giunta a Sirmione per una gita mentre si trovava in vacanza sulla sponda veronese del Garda - venne tempestivamente soccorsa e trasportata all’ospedale Civile di Brescia. Nonostante il prodigarsi dei medici del reparto di Rianimazione, l’anziana morì il giorno successivo per le lesioni riportate. Per Antonio Trevisani il pubblico ministero aveva chiesto una condanna di un anno. Il giudice Giulia Costantino ha invece avallato la tesi della difesa, sostenuta dall’avvocato Matteo Rovatti, che con l’aiuto delle telecamere di sorveglianza del parcheggio, è riuscito a dimostrare l’impossibilità del conducente del pullman di accorgersi della turista mentre effettuava la manovra per immettersi dal parcheggio in strada. Secondo il giudice, che ha pronunciato il verdetto di assoluzione nei confronti dell’imputato, Antonio Trevisani «seppure abbia effettuato la manovra ad una bassissima velocità non poteva vedere l’anziana che, mettendo in atto un attraversamento anomalo, è finita in un punto cieco, non coperto dagli specchi retrovisori dell’autobus», si legge nelle motivazioni della sentenza. Sulla scorta dei filmati e del verbale redatto dalla Polizia locale di Sirmione, il giudice ha stabilito che la tragedia non è stata causata dall’imperizia del conducente dell’autobus turistico finito a processo. L’imputato è dunque stato assolto perché il fatto non costituisce reato.•.

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