Ultimo abbraccio a
Soregaroli: «Un sindaco
di valore e valori»

di Riccardo Caffi
La chiesa gremita per il commosso addio  ad Andrea SoregaroliIl corteo funebre diretto alla   parrocchiale di Quinzano d’Oglio dove sono stati celebrati i funerali
La chiesa gremita per il commosso addio ad Andrea SoregaroliIl corteo funebre diretto alla parrocchiale di Quinzano d’Oglio dove sono stati celebrati i funerali
La chiesa gremita per il commosso addio  ad Andrea SoregaroliIl corteo funebre diretto alla   parrocchiale di Quinzano d’Oglio dove sono stati celebrati i funerali
La chiesa gremita per il commosso addio ad Andrea SoregaroliIl corteo funebre diretto alla parrocchiale di Quinzano d’Oglio dove sono stati celebrati i funerali

Se la stima guadagnata da una persona si misura anche con i numeri, la folla che si è raccolta ieri per dire addio ad Andrea Soregaroli ha dato testimonianza del grande apprezzamento per l’ex sindaco. C’era infatti tutta Quinzano ad accompagnare l’ultimo viaggio dell’amministratore stroncato a 58 anni da un male incurabile. Nella parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita, già gremita ancor prima dell’arrivo del feretro, i sindaci della Bassa con la fascia tricolore e guidati da Samuele Alghisi, presidente della Provincia, e da Franca Biglio, presidente dell’Associazione nazionale dei piccoli comuni d’Italia, hanno occupato tutti i primi banchi alla sinistra dell’altare, vicino alla salma e ai familiari, che hanno preso posto sull’altro lato. Accanto agli amministratori i gonfaloni dei comuni e i portabandiera delle associazioni d’arma, di volontariato e culturali del paese. In chiesa anche il commissario prefettizio Monica Vaccaro. Il rito funebre è stato concelebrato dal parroco don Pietro Minelli, dal giovane sacerdote quinzanese don Mauro Cinquetti e anche dai frati cappuccini, che in questi giorni guidano le missioni popolari. Nell’omelia don Pietro ha presentato un commovente ricordo di Soregaroli e ha espresso le condoglianze della comunità alla madre 88enne Marietta, alla moglie Cristina, al figlio Stefano. Da cinque anni alla guida della parrocchia, don Pietro era diventato amico del sindaco, col quale aveva avviato un dialogo e un rapporto di collaborazione. «PASSAVO dal suo ufficio e mi sentivo uno di casa - ha ricordato il sacerdote -, perché Andrea diceva che in fondo stavamo lavorando entrambi per la nostra comunità». La partecipazione di tanti cittadini al funerale è stata per parroco il segno della riconoscenza per quanto Soregaroli ha fatto nella sua e per la sua amata cittadina, così come la presenza di tanti sindaci ha onorato l’opera da lui svolta anche a favore della Bassa. Don Pietro ha parlato dell’amico con una metafora efficace: «Si è spento come una candela al servizio della comunità, assorbito dal suo lavoro e dal suo ruolo, e continuamente esposto perché serve carattere per assumere decisioni; anche se nessuno può accontentare tutti». Se la burocrazia non gli permetteva di rispondere alle richieste di chi aveva bisogno, l’ex sindaco non esitava a mettersi le mani in tasca e a intervenire direttamente. Era generoso e coraggioso. «La malattia non gli ha lasciato scampo - ha aggiunto il sacerdote -, ma ha combattuto come un leone pur sapendo ciò che l’aspettava». Soregaroli amava il suo lavoro di veterinario, il suo paese, il suo territorio. Del resto i quinzanesi hanno saputo apprezzare la sua tenacia, la concretezza e l’onestà, e alle elezioni comunali del 2018 l’avevano confermato nel ruolo. «Perseguiva sempre l’obiettivo di far diventare le sue battaglie le battaglie di tutti» è stata la testimonianza di Alghisi, mentre la presidente Biglio ha espresso tra gli applausi l’augurio che «il suo esempio di amministratore integerrimo sia di esempio per noi sindaci d’Italia». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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