«Veleni» nella roggia Castrina

di S.DUC.
Il liquido biancastro che ha contaminato la roggia
Il liquido biancastro che ha contaminato la roggia
Il liquido biancastro che ha contaminato la roggia
Il liquido biancastro che ha contaminato la roggia

Un liquido biancastro e maleodorante è defluito nella roggia Castrina di Rovato. Sulla scorta dell’esito del sopralluogo dell’Arpa, la consistenza dell’inquinamento ha spinto la Polizia locale a segnalare l’episodio alla procura. L’allarme è scattato l’altro pomeriggio quando un passante ha avvertito un tanfo nauseabondo che si levava dal corso d’acqua dalla roggia sporcata da un fluido biancastro. La pattuglia della Polizia locale intervenuta sul luogo teatro dell’inquinamento ha ripercorrso a ritroso il tratto del canale in cerca della possibile fonte di contaminazione, che è stata rintracciata in via Bargnana. «Il fenomeno ha avuto una portata imponente – conferma la comandante della Polizia locale di Rovato Silvia Contrini -: è durato più di un’ora, e la sostanza ha potuto propagarsi lungo tutto il tratto della roggia, che va dal Duomo di Rovato a Cazzago, si tratta di diversi chilometri. Gli effetti negativi sull’ambiente sono ancora da quantificare». Una volta rintracciato lo scolo da dove percolava la sostanza inquinante è stata chiamata l’Arpa che ha prelevato una serie di campioni di acqua per individuare la natura della sostanza. Una squadra di tecnici in pronta disponibilità si è recata quindi alla roggia, per fare i prelevamenti su diversi punti della rete, con cui sarà possibile stabilirne la carica inquinante in base a livelli e parametri stabiliti dalla legge. Gli accertamenti sono ancora in corso, per determinare cause e responsabilità, ma l’episodio dovrebbe essere collegato a un guasto dell’impianto di trattamento delle scorie di lavorazione di un’azienda della zona che si occupa di ossidazione anodica di metalli. Ma si tratta ovviamente soltanto di un’ipotesi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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