Via libera al polo
di accoglienza
profughi

di Valerio Morabito
L’agriturismo di Montichiari  in passato aveva già ospitato profughi
L’agriturismo di Montichiari in passato aveva già ospitato profughi
L’agriturismo di Montichiari  in passato aveva già ospitato profughi
L’agriturismo di Montichiari in passato aveva già ospitato profughi

Montichiari si candida a diventare un terminale della rete bresciana di accoglienza dei richiedenti asilo. Il Viminale ha assegnato ufficialmente l’appalto di gestione di 50 immigrati all’Agriturismo Madonnina delle Fontanelle che si trova di fronte al santuario mariano. LA TITOLARE della struttura ricettiva è Paola Scaroni, sorella dell’imprenditore Angelo attualmente in carcere per una vicenda di corruzione scaturita dall’inchiesta su una presunta truffa allo stato nella gestione dei profughi che lo vede a processo (la prima udienza si è svolta proprio ieri mattina). L’assegnazione del ministero degli Interni pubblicata nell’ultima Gazzetta ufficiale è stata ratificata al viceprefetto vicario Patrizia Adorno. La titolare dell’agriturismo supportata da una cordata di altri imprenditori e proprietari di immobili riceverà 481 mila 512 euro per due anni «per occuparsi - si legge testualmente nel decreto del Viminale -, di un centro di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale». Nell’istruttoria allegata al bando si rimarca come l’emergenza sbarchi sulle coste di Lampedusa sia rientrata da tempo, ma la distribuzione armonica degli aspiranti richiedenti asilo richiede una ripartizione equilibrata in tutti i territori italiani. L’arrivo di 50 profughi è destinato comunque ad alimentare polemiche anche alla luce dei precedenti. Basta ricordare la mobilitazione popolare contro l’ipotesi di trasformare l’ex caserma Serini in un polo di accoglienza per migranti prima, e in un Centro per il rimpatrio poi. L’operazione promossa dal Governo Renzi venne affossata dall’ex ministro degli Interni Matteo Salvini, ma nel frattempo erano già stato sperperati 1,2 milioni di euro. Sullo sfondo l’inchiesta sullo «sfruttamento» della gestione dei richiedenti asilo che ha travolto Angelo Scaroni, uno dei principali partner delle istituzione nella collocazione dei profughi sul territorio Bresciano. Stando agli atti dell’inchiesta, l’imprenditore dei Novagli avrebbe incassato un milione e mezzo di euro in un anno per ospitare duecento persone in strutture fatiscenti senza rispettare i parametri di benessere fissati dallo Stato. Per anni Angelo Scaroni si è occupato delle sue aziende agricole, di trasporti e deposito pallet, poi è appunto entrato nel settore dell’accoglienza e ha sistemato in appartamenti di sua proprietà o in case prese in affitto decine di persone. Fino a qualche anno fa i suoi ospiti erano alloggiati a Montichiari, Carpenedolo, Borgo San Giacomo, Maclodio, Lonato, Pontevico, Fiesse, Acquafredda, Desenzano, Prevalle e Vobarno. Il centro di questo piccolo impero costruito sui profughi e sulle norme di tutela internazionali era a Carpenedolo, il paese da cui sono partite le indagini della Procura di Brescia con i sopralluoghi nella villetta di via Erculiani effettuati dai carabinieri di Carpenedolo. Vale la pena ricordare che in questo stabile, come avevano scoperto i carabinieri, potevano essere ospitate 8 persone ma ne erano state contate 24. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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