Vigilanza ecologica in sospeso Un servizio utile ma «scomodo»

di Paolo Baldi paolo.baldi@bresciaoggi.it
Guardie ecologiche  all’opera nella pianura bresciana
Guardie ecologiche all’opera nella pianura bresciana
Guardie ecologiche  all’opera nella pianura bresciana
Guardie ecologiche all’opera nella pianura bresciana

È una parentesi ormai molto lunga quella dell’apparente inattività del servizio di vigilanza ecologica volontaria che fa capo alla Provincia. Dura, settimana più settimana meno e con poche eccezioni, dalla primavera del 2019, e nonostante successivamente, nell’ottobre scorso, un decreto del presidente Alghisi abbia varato un nuovo regolamento per l’attività delle Gev, non si ha fino a oggi notizia di esiti di un servizio non certo secondario in un territorio devastato da discariche abusive, smaltimenti illegali di liquami e via inquinando: fenomeni la cui gravità e frequenza emerge semplicemente dalla lettura delle pagine del nostro quotidiano. Certo il Covid ha complicato le cose. Anche per questo le guardie ecologiche restano ferme, e qualcuno nel frattempo ha gettato la spugna; anche tra i pubblici ufficiali decretati recentemente che, come tutti gli altri, sono o meglio sarebbero coordinati dal settore Pianificazione territoriale del Broletto. Prima di questa impasse, Bresciaoggi ne aveva riferito, si era manifestata una consistente fronda interna proseguita per mesi verso l’ormai ex coordinatore, accompagnata anche da una spaccatura tra gli operatori, e si erano anche verificati episodi difficili da inquadrare. Come quello avvenuto nell’aprile del 2019 a Scarpizzolo di San Paolo, con la sanzione disciplinare che aveva colpito tre Gev impegnate nel controllare una manifestazione cinofila (per cani da ricerca e soccorso) organizzata nel Plis (Parco locale di interesse sovracomunale) del Laghetto di Scarpizzolo. Erano lì sulla base di un ordine di servizio «aperto», una prassi a quanto pare consolidata e poi azzerata, per occuparsi di un evento organizzato in contrasto col regolamento di un Plis, ma evidentemente la Provincia deve aver pensato che non fossero titolate al controllo. Quell’evento era poi stato sospeso per la pioggia, mentre l’anno precedente, la stessa manifestazione, in quel caso all’esordio, aveva aperto un capitolo di tensioni e provvedimenti disciplinari i cui strascichi si sentono ancora oggi. Allora, una Gev che è anche da anni presidente dell’associazione Amici per il Laghetto, aveva steso un verbale di accertamento contestando la presenza di tende e veicoli e le prove dei cani in un’area protetta, e il Comune di San Paolo , che aveva organizzato l’iniziativa, non l’aveva presa bene. Arriviamo al 2020, e a una nuova puntata del caso Scarpizzolo. Alla fine di novembre la stessa Gev, in questo caso non in servizio e neppure in divisa ma titolata a fare quotidianamente visita al parco del Laghetto, in quanto l’associazione che presiede ha una convenzione col consorzio irriguo che prevede che gli «Amici» si occupino della regolazione manuale delle chiuse, è arrivata nell’oasi insieme al figlio incontrando alcuni volontari registrati dall’albo del Comune che per conto dello stesso ente stavano tagliando alberi caduti e pericolanti caricando la legna sulle auto. Quanto è successo è riassunto nei documenti ufficiali, non da affermazioni raccolte dalle guardie ecologiche perché le stesse, con l’entrata in vigore del nuovo regolamento del servizio, avvenuta con un decreto del presidente del Broletto, Samuele Alghisi, nell’ottobre dello scorso anno, non possono più rilasciare dichiarazioni alla stampa. E l’esame di provvedimenti del Broletto, lettere e controdeduzioni lascia perplessi. Esisterebbe un filmato che testimonia che la guardia, la presidente dell’associazione Matilde Vassalli, si sarebbe presentata in tuta da ginnastica chiedendo semplicemente ai volontari boscaioli, appunto nella veste di coordinatrice dell’associazione che si occupa dell’oasi, se avevano l’autorizzazione comunale al taglio della vegetazione in un Plis. Eppure le conseguenze di quell’episodio sono state pesanti dal punto di vista del suo decreto. Una lettera indirizzata alla Provincia dalla sindaca Giancarla Zernini successivamente all’episodio ha stigmatizzato un presunto atteggiamento inquisitorio di Vassalli; uno dei tagliatori è stato sentito dal Broletto affermando che la presidente si era presentata in divisa da guardia ecologica, salvo poi ritrattare parzialmente le sue affermazioni alla luce dello spezzone di filmato inviato al settore Pianificazione territoriale che lo smentiva. Non solo: credendo alla storia della divisa, il responsabile dello stesso settore ha deciso la sospensione di Vassalli dal servizio (comunicando il provvedimento anche alla Prefettura) senza neppure sentirla in presenza (accogliendone solo le controdeduzioni scritte), e per finire quest’ultima ha denunciato per l’ipotesi di reato di falso sia il volontario boscaiolo, sia la sindaca. Va anche aggiunto che in seguito alla richiesta di accesso agli atti fatta dagli Amici di Scarpizzolo si è scoperto che l’autorizzazione al taglio in atto nel novembre del 2020 non c’era; che solo il mese successivo è spuntata la relazione di un agronomo che ha avallato l’intervento e che il bando per l’assegnazione del legname è stato pubblicato dal Comune nel febbraio di quest’anno. Incidenti e provvedimenti disciplinari a parte, è lecito chiedersi quale ruolo si vuole ancora attribuire a questa preziosa risorsa per l’ambiente.•.

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