«Viviamo in lutto permanente per quella Sala del commiato»

di Cinzia Reboni
Una casa funeraria. Il limbo normativo ha creato un caso a Piffione
Una casa funeraria. Il limbo normativo ha creato un caso a Piffione
Una casa funeraria. Il limbo normativo ha creato un caso a Piffione
Una casa funeraria. Il limbo normativo ha creato un caso a Piffione

Gli striscioni di protesta appesi ai balconi sono spariti. Ma a distanza di più di due anni la situazione a Borgosatollo rimane irrisolta, frutto soprattutto della mancanza di una normativa che riesca a mediare tra il diritto d’impresa e la libertà di vivere. In via 4 Novembre la «convivenza» con la Sala del commiato è solo apparentemente tranquilla. Basta infatti poco per scoprire nervi ancora tesi, come qualche giorno fa, quando qualcuno ha informato il sindaco ed altri hanno chiamato i carabinieri per un presunto «assembramento» fuori dalla camera ardente, in contrasto con le regole anti-Covid. «STIAMO VIVENDO un momento difficile e molto delicato. Ci rendiamo conto che la gente ha il diritto di esprimere il proprio cordoglio ai familiari di un defunto, ma noi siamo costretti a vivere in lutto permanente. Continuiamo a chiederci come sia stato possibile consentire un’attività così impattante in questa zona». Anna Brioni si fa portavoce dei residenti di via 4 Novembre, nella frazione di Piffione, sottolineando che «non c’è nessuna ostilità nei confronti dell’imprenditore, ma chiediamo semplicemente un po’ di rispetto anche per la nostra intimità. La Sala del commiato, in questo contesto, non è assolutamente adeguata. Perchè ci deve essere una fascia di rispetto di 50 metri da ospedali, Case di riposo e cimiteri, ma può stare a cinque metri da un’abitazione o, peggio ancora, sotto gli appartamenti di un condominio? Tutti scaricano la responsabilità su altri: dal Comune all’Ats, alla Regione. E in questo limbo normativo, a pagarne le conseguenze siamo noi. Alla fine, chi soccomberà? Noi, con la nostra vita quotidiana “rumorosa“ e vivace, o il loro dolore e la loro intimità?». La Sala del commiato di Borgosatollo, aperta nei primi mesi del 2018, ha del resto tutte le carte in regola per stare lì. La richiesta, avanzata dall’agenzia di onoranze funebri, ha incassato tutti i pareri positivi. «NON VOGLIAMO ferire l’animo di chi soffre, ma alla fine i dolenti passano e vanno, ma noi restiamo», spiegano i residenti, che nei momenti in cui la struttura diventa teatro di veglie funebri e dei mesti pellegrinaggio di familiari e parenti, si trovano in un certo senso «costretti» ad evitare di invitare amici a casa o ascoltare musica, per non mancare di rispetto al dolore di chi piange una persona scomparsa. Nonostante due ricorsi al Tar - mentre una causa civile è in corso -, la situazione è cristallizzata. «I giudici hanno stabilito che la Sala del commiato in questo posto non è prevista, ma nemmeno negata, e quindi tutto quello che non è negato si può fare - spiega Anna Brioni -. Questo è un vuoto normativo che andava colmato con il buon senso». •

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