« Vogliamo solo capire perché Nicole è morta»

di Paolo Cittadini
La bambina era deceduta al Civile di Brescia il 5 aprile di due anni fa
La bambina era deceduta al Civile di Brescia il 5 aprile di due anni fa
La bambina era deceduta al Civile di Brescia il 5 aprile di due anni fa
La bambina era deceduta al Civile di Brescia il 5 aprile di due anni fa

«Nicole non ci può essere restituita. Vogliamo solo che si faccia chiarezza su quello che è successo individuando le responsabilità. Morire per una otite nel 2018 è inconcepibile. Soprattutto a Brescia dove la sanità è una vera eccellenza». Così Mattia Zacco, il papà di Nicole la bimba di Gottolengo morta il 5 aprile di due anni fa per una otite degenerata in infezione cerebrale. Ieri mattina davanti al gup Giulia Costantino si è aperta l’udienza preliminare a carico di Anna Solzi, la pediatra (è ora in pensione, unica alla sbarra per il decesso della bimba di 4 anni. Omicidio colposo il reato contestato. Per l’accusa il medico avrebbe omesso: «in qualità di medico curante, di adottare le terapie e le prescrizioni che il caso avrebbe imposto secondo le buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non impedendo così l'aggravamento del processo patologico che ha condotto al decesso della paziente». L’UDIENZA di ieri mattina è durata pochi minuti. Il gup ha infatti rinviato al prossimo 23 giugno per consentire al medico di trovare un accordo risarcitorio con i genitori della piccola parti offese nel processo insieme ai tre nonni della bimba (un nonno e due nonne) e all’associazione di consumatori Codici, acronimo per Centro per i Diritti del Cittadino. Per gli inquirenti la piccola poteva essere salvata: sarebbe infatti bastata la prescrizione di un semplice antibiotico per impedire che il problema di salute degenerasse portando alla morte la piccola. L'ex pediatra il 16 marzo del 2018 avrebbe invece confermato una terapia a base di paracetamolo e gocce auricolari prescritte un paio di settimane prima dal medico che in quel momento la stava sostituendo. La piccola, prima di arrivare al Civile dove era deceduta dopo un disperato intervento chirurgico, era stata visitata e quindi dimessa dall'ospedale di Manerbio e dalla Poliambulanza. Nel registro degli indagati erano inizialmente finiti anche gli altri medici, quattordici, che l’avevano visitata. Per loro la procura aveva già chiesto l’archiviazione. In memoria della figlia, i genitori hanno costituito l’associazione Arcobaleno di Nicole. «La pandemia ha rallentato le attività - spiega Mattia Zacco - Volevamo entrare negli asili, ma ovviamente non è possibile. Il 27 gennaio con una conferenza online presenteremo un cartone animato che vuole raccontare l’idea di questa associazione». •

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