SCUOLA

I presidi: «Ancora una volta deciso tutto da un giorno all’altro»

Tornano vuoti i banchi e le aule scolastiche dopo l’ordinanza che prevede la didattica a distanza per tutti. Una decisione che  in qualche modo non ha sorpreso  nelle scuole bresciane
Tornano vuoti i banchi e le aule scolastiche dopo l’ordinanza che prevede la didattica a distanza per tutti. Una decisione che in qualche modo non ha sorpreso nelle scuole bresciane
Tornano vuoti i banchi e le aule scolastiche dopo l’ordinanza che prevede la didattica a distanza per tutti. Una decisione che  in qualche modo non ha sorpreso  nelle scuole bresciane
Tornano vuoti i banchi e le aule scolastiche dopo l’ordinanza che prevede la didattica a distanza per tutti. Una decisione che in qualche modo non ha sorpreso nelle scuole bresciane

•• «Ci risiamo. Siamo scoraggiati». Se l’aspettavano i presidi, qualche limitazione, soprattutto dopo che Ats aveva lanciato l’allarme sui tracciamenti, incaricandoli di occuparsene, provvedendo inoltre agli isolamenti. Alla distanza totale sono anche rassegnati, ma è comunque una nuova batosta, come per le famiglie dei più piccoli, disorientate e magari disperate in qualche caso.

Per tutti è stato un pomeriggio convulso dopo l’annuncio indigesto all’ora di pranzo della vice presidente regionale Moratti, seguito nel tardo pomeriggio dalla relativa ordinanza. Da predisporre per la dad poco o niente: era già in vigore alle superiori per metà degli studenti, era stata ripresa dalle seconde e terze medie non molto tempo fa. Per gli altri alunni ogni comprensivo ha predisposto da settembre il piano ad hoc, con riduzione di orario ma sincrono e pomeridiano per le primarie, con appuntamenti qualche volta alla settimana per l’infanzia, quella sostanzialmente più sguarnita e legata alle iniziative fantasiose delle insegnanti.

Ribadisce che le scuole sono però luoghi sicuri Davide Guarneri, delegato della diocesi alla scuola, criticando il ritardo nei vaccini, vera soluzione. «Dopo l’emergenza serviranno ristori non solo economici ma educativi» afferma. «Doveva accadere, i contagi stavano salendo. Dovremo ridare i pc restituiti, diminuire l’orario delle primarie, soprattutto nei primi due anni.Immagino le famiglie molto in crisi, già ho ricevuto molte telefonate, ma sono anche arrabbiata per lo scarso senso di responsabilità dimostrato dalla troppa gente in giro» dichiara Ersilia Conte del Nord 1. Secondarie al mattino e primarie al pomeriggio sono fissate nell’Est 1 di Gaetano Greco, attività preparate e incontri settimanali per l’infanzia, con tutti i genitori accreditati alla apposita piattaforma: «Devo capire bene come orientarmi con amministrativi e bidelli, per i quali l’indicazione è quella di facilitare lo smart working» dice. Di questo si preoccupa anche Francesca D’Anna che guida il tecnico Golgi: «Non si parla di chiusura ma di sospensione delle lezioni, il che è diverso, implica personale presente. Non ho intenzione, invece, di far venire i fragili, perché dovrebbero girare molti docenti. I dati sono seri, se ne deve tenere conto e non pensare solo al pil. Se ci ammaliamo tutti, l’economia va a rotoli lo stesso».

Marco Tarolli, dirigente del liceo Calini, si domanda «fino a quando? È diverso organizzare per una settimana o per un mese. Capiamo le ragioni della decisione; anche se la città va meglio, occorre prevenire e non inseguire; la dad non è un problema, siamo rodati, ci adattiamo come sempre, tuttavia, si continua a proseguire a singhiozzo, non cambia niente» considera. Una paura è che il personale scolastico passi in seconda fila nel piano vaccinale se in aula non ci si va. Giuseppe Bonelli, a capo dell’Ust Brescia, riferisce che ieri in Regione se ne doveva discutere, ma effettivamente c’era altro cui provvedere d’urgenza. Bonelli non ritiene che questa decisione riporti in voga lo slittamento di giugno, per l’inghippo degli esami.

Nel primo ciclo, secondo Gaetano Greco, «il bisogno di recupero si sente, si è verificato agli scrutini, ma non sono pochi giorni a risolvere. Occorrerebbero più risorse per i corsi nei Comprensivi e innanzitutto si dovrebbe puntare davvero a meno alunni per classe, per insegnamenti più individualizzati». Anche Elena Lazzari al vertice dell’Abba Ballini ci riflette: «Se la didattica da remoto ha valore giuridico ed è stata condotta in modo discreto, perché allungare?». Secondo lei più problematico è l’aspetto psicologico: «I ragazzi erano contenti di essere tra i banchi, sono di nuovo, quasi tutti, mortificati» dice. Il contagio è arrivato al serale, nonostante non esista problema di trasporti, e per una classe, fatti i debiti rilievi, è scattata la quarantena. Giorni difficili, quindi, ma le risposte non mancano•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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