«Autotrasportatori italiani discriminati»

È una situazione a dir poco kafkiana, la situazione capitata ai cinquemila trasportatori bresciani senza green pass, che non sono pochi e fanno il 20 per cento dei 25 mila totali. Ieri gli autotrasportatori hanno scoperto pure che a ciascuno di essi, come a tutti i loro colleghi italiani senza certificato verde, è consentito varcare i cancelli di un’azienda per lo scarico della merce se questa è stata caricata all’estero. Non gli è consentito se proviene da una città della Penisola, anche se l’autista in questione è sempre lo stesso. «È una situazione tragica», sbotta la segretaria di Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Brescia, Giuseppina Mussetola. E parla di un’altra «assurdità» che si aggiunge alla discriminazione, anche questa creata dalla circolare emanata dal ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibile giovedì scorso, per cui gli autotrasportatori stranieri privi di green pass valido possono comunque accedere al carico/scarico restando in cabina, mentre ciò è negato agli italiani che si trovano nelle stesse condizioni. La situazione non cambia, dunque, e se possibile si aggrava. Ora le speranze della Federazione autotrasportatori sono tutte affidate all’incontro di oggi con la vice ministro delle infrastrutture e trasporti, Teresa Bellanova. «Le chiederemo di allargare un po’ le maglie di una rete che sta rendendo la situazione asslutamente insostenibile – precisa Mussetola -. Ci aspettiamo che ai trasportatori italiani venga concesso lo stesso trattamento degli stranieri, per evitare che le ditte estere lavorino mentre le italiane sono costrette a stare a guardare». E un altro auspicio è che venga considerato valido il certificato cartaceo rilasciato al momento della prima dose di vaccino, per evitare i 15 giorni di attesa del green pass e tornare così subito al lavoro. Mi.Va.

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