Bcc, Azzi
confermato leader
in Lombardia

di Jacopo Manessi
L’intervento del presidente Alessandro Azzi: è  al vertice della Federazione lombarda delle Bcc dal 1991L’annuale assemblea della Federazione Lombarda delle Bcc nell’auditorium di Palazzo Lombardia a Milano
L’intervento del presidente Alessandro Azzi: è al vertice della Federazione lombarda delle Bcc dal 1991L’annuale assemblea della Federazione Lombarda delle Bcc nell’auditorium di Palazzo Lombardia a Milano
L’intervento del presidente Alessandro Azzi: è  al vertice della Federazione lombarda delle Bcc dal 1991L’annuale assemblea della Federazione Lombarda delle Bcc nell’auditorium di Palazzo Lombardia a Milano
L’intervento del presidente Alessandro Azzi: è al vertice della Federazione lombarda delle Bcc dal 1991L’annuale assemblea della Federazione Lombarda delle Bcc nell’auditorium di Palazzo Lombardia a Milano

Jacopo Manessi MILANO Un consenso unanime. Alessandro Azzi è stato confermato al vertice della Federazione Lombarda delle Banche di credito cooperativo. A sancirlo - ieri mattina a Milano, nell'auditorium di Palazzo Lombardia - l'assemblea delle Bcc, che ha visto la rappresentanza di 28 istituti di credito associati. Azzi, in carica dal 1991 (leader di Federcasse sino al 2017 e attuale presidente delle Bcc del Garda), è stato l'unico candidato per il prossimo triennio, e ha ricevuto il pieno mandato per proseguire il suo lavoro. UN SEGNALE importante, in un momento di svolta per il settore. «Voglio dire poche parole, ma non di circostanza – il primo commento di Azzi -: da tutti dovrà essere profuso un impegno straordinario in questo periodo che ci separa dall'avvio dei nuovi gruppi bancari cooperativi». La riforma - nessuno lo nega - ha diviso la Lombardia, con termini ormai noti: 28 realtà (poi divenute 24 per effetto di alcuni fusioni, da luglio saranno 23) hanno aderito al progetto di Iccrea Banca, tra cui 3 bresciane: le Bcc Agrobresciano, Del Garda e del Basso Sebino; sei, invece, hanno scelto di prendere parte al gruppo guidato da Cassa Centrale Banca, con una larga maggioranza, in questo caso, bresciana: Bcc di Borgo San Giacomo, Cassa Padana, BTL e Credito Cooperativo di Brescia. «Di fatto, si deve prendere atto di una situazione che comporta percorsi differenti e che pone interrogativi sulla sfida della convivenza - riflette il presidente -. Non è la prima volta che ci troviamo a rimpiangere ciò che poteva essere e non è stato». Quindi focus sulla controversia di Cassa Padana. «La questione del recesso, di cui abbiamo dato conto nelle relazioni degli scorsi esercizi, è rimasta ferma allo stato in cui era, anche se nel frattempo è emersa da entrambe le parti la volontà di trovare una soluzione transattiva - spiega Azzi -. Per quanto riguarda le altre cinque Bcc lombarde che hanno aderito a Cassa Centrale, hanno inviato distintamente una lettera alla Federazione in cui, con toni e modalità di espressione differenti, hanno chiesto di modificare i criteri di determinazione della quota associativa». Al centro delle missive c'è la contestazione sull'imparzialità della stessa Federazione, che avrebbe assunto un chiaro orientamento a favore di Iccrea, e non si sarebbe «comportata - riporta la relazione - come la “casa comune” del credito cooperativo regionale». Approvati a maggioranza, con 4 astensioni (le aderenti a Cassa Centrale Banca presenti), il bilancio 2017, la destinazione degli utili ripartiti e i contributi consortili. A dare, per tutti, le motivazioni della scelta di non votare a favore - ma nemmeno contro - è Ennio Zani, leader della Bcc di Brescia. «La riforma e l'adesione quasi totale delle lombarde a Iccrea hanno influito sulla gestione cooperativa senza una revisione della spartizione dei costi tra gli associati - spiega Zani, riprendendo quanto spiegato in precedenza da Azzi -. In relazione a ciò, ci auguriamo che possa essere avviato quanto prima un tavolo di lavoro a cui prendano parte anche le aderenti a Cassa Centrale». I NUMERI raccontano, a livello lombardo, di un leggero aumento dei soci complessivi, oltre 192 mila (+0,5%, 42.834 quelli delle bresciane), mentre calano i dipendenti, a 5.812 unità (-2,6%, 1.747 a livello provinciale), con un totale di 797 sportelli (264 in relazione al Bresciano). Tra gli interventi nel corso delle assise anche quelli dei presidenti di Federcasse (Augusto Dell'Erba) e di Iccrea (Giulio Magagni), ma anche di Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, che ha sottolineato «come la riforma ci sia e debba essere applicata, senza snaturare finalità e natura del credito cooperativo, dentro un mondo che cambia». Il rettore della Cattolica, Franco Anelli, evidenzia che l'ateneo e le Bcc condividono «un capostipite comune, nella figura di Giuseppe Toniolo, ma anche nel sistema valoriale». Per le Bcc si apre ora la fase conclusiva della riforma: tra luglio e agosto sono attese le autorizzazioni dalla Bce alle capogruppo, seguite in autunno dalle assemblee straordinarie delle singole banche per deliberare l'adesione ai gruppi scelti. Quindi, da gennaio, salvo proroghe, la piena operatività. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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