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Brescia, bollette alle stelle: anche le parrocchie ora tirano la cinghia

di Marta Giansanti
Nelle chiese bresciane meno luci accese e riscaldamento abbassato. Ma c'è chi non perde lo humor: «Pronti ad accorciare le omelie»
Anche i sacerdoti costretti a fare i conti con il caro energia
Anche i sacerdoti costretti a fare i conti con il caro energia
Anche i sacerdoti costretti a fare i conti con il caro energia
Anche i sacerdoti costretti a fare i conti con il caro energia

Non solo imprese e famiglie, anche la Chiesa è costretta a fare i conti con i rincari energetici e le prime strategie per contenere i costi sono già sul tavolo di molte parrocchie di città e provincia. «Per quest’anno ho già deciso di non accendere il riscaldamento in chiesa - confida don Claudio Zanardini, rettore del santuario cittadino delle Grazie -. Ma manterremo spente pure molte luci, cercheremo di accendere solo il necessario, giusto per non inciampare al buio», scherza il rettore per sdrammatizzare, nonostante la preoccupazione data dall’ultima bolletta. «Solo per gli alloggi dei preti e per le parti comuni, a luglio ci sono arrivati 770 euro da pagare. Lo stesso periodo dello scorso anno, con consumi minori, abbiamo speso 272 euro».

Anche i sacerdoti costretti a fare i conti con il caro energia
Anche i sacerdoti costretti a fare i conti con il caro energia

A Mompiano fedeli in prima fila e luci spente in fondo alla chiesa

Un razionamento delle luci già partito in molte parrocchie. «Laddove è possibile cerchiamo di utilizzare poco la corrente - spiega don Alberto Maranesi di San Gaudenzio a Mompiano -. Uniamo gli appuntamenti, gli incontri e le riunioni alla stessa ora per evitare il doppio consumo, in Chiesa invitiamo i fedeli a sedersi nei banchi delle prime file in modo da spegnere le luci in fondo ed ora vedremo con i termosifoni questo inverno. Ovviamente cercheremo di risparmiare il più possibile: le cifre che ci sono arrivate da pagare sono già alte ora, chissà tra qualche mese cosa succederà».

Luci led a Cellatica e temperature a massimo 14°

Sacrifici che, non solo, costano poco e fanno risparmiare ma che «fanno pure bene al Creato». Lo sottolinea più volte don Claudio Paganini, sacerdote di Cellatica da sempre attento alle questioni ambientali e climatiche. Seguendo l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, stilando un bollettino parrocchiale su cui dà consigli e indicazioni concrete per evitare sprechi di acqua e corrente, il sacerdote in Franciacorta guarda al risparmio energetico in ogni modo e invita i suoi parrocchiani a fare altrettanto «per pagare utenze meno salate e per salvare il Creato».

«Da due anni ho sostituito tutti i punti luce con lampadine a Led, in chiesa ho ridotto da 64 a 18 lampadine e la temperatura interna non supera i 14 gradi. Do l’esempio in parrocchia e se dovesse occorrere - ci scherza su - accorcerò i tempi della predica. Ma se si riesce a chiacchierare a lungo al freddo del mercato…anche i 14 gradi in chiesa possono andare benissimo».

L'invito dei parroci alle mamme: mandate i figli a scuola a piedi o in bici

E gli inviti non si fermano qui. «Alle mamme che accompagnano i figli a scuola in auto, consiglio di mandarli a piedi o in bici. La vita non è fatta solo di Pil e di economia, ci sono valori ben più grandi, come il rispetto per l’ambiente, aldilà delle spese per l’energia». Un pensiero condiviso da molti sacerdoti bresciani.

«Sperando che la questione delle bollette possa diventare occasione di una riflessione più profonda e più ampia, per risalire a monte del problema: al rispetto per l’ambiente e alla lotta alla crisi climatica», rimarca don Claudio Laffranchini, responsabili della Pastorale giovanile, mettendo in luce un altro fattore fondamentale: «L’importante è che questa situazione non porti a rinunciare ad incontrare le persone, chiudendo per esempio gli oratori perché rimasti al freddo. Questo non deve accadere, il senso di comunità deve continuare ad essere un momento importante e imprescindibile, soprattutto nella condivisione delle fatiche e delle paure».

Tariffa bloccata, una scelta premiata per la chiesa di San Polo

Una preoccupazione rivolta alla comunità espressa anche da don Marco Mori, parroco a San Polo. «Io sono stato fortunato perché alcuni collaboratori tempo fa mi hanno consigliato di bloccare la tariffa ma molti parrocchiani stanno soffrendo - spiega -. Sta venendo a galla una povertà nuova che fatica a far fronte a questi aumenti. Ora, ciò che conta è aiutare e aiutarsi. Noi avremo più freddo in chiesa? Non importa: l’attenzione deve essere rivolta alle famiglie e alle persone in difficoltà, un problema purtroppo destinato a crescere».

Tema energetico al centro dell'incontro dell'unità pastorale

Tutte questioni che, con ogni probabilità verranno affrontate nei consigli e nelle unità pastorali. «La prossima settimana ci sarà un incontro dell’unità pastorale del centro storico per capire come agire unitamente - annuncia don Stefano Fontana, parroco di Sant’Afra e di Santa Maria in Calchera -. Le spese sono triplicate ed è difficile andare avanti così, nel frattempo cerchiamo di usare il meno possibile l’energia». •.

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