PALAZZO LOGGIA

Bollette giù o dividendi su? Il Consiglio comunale di Brescia si spacca su A2A

di Eugenio Barboglio
Il centrodestra: «Pressing sul board della utility per un diritto- dovere» Del Bono: «Più aiuti alle famiglie se gli utili della quotata sono alti»
Il caro energia fa discutere in Consiglio Comunale
Il caro energia fa discutere in Consiglio Comunale
Il caro energia fa discutere in Consiglio Comunale
Il caro energia fa discutere in Consiglio Comunale

Il bilancio consolidato è il bilancio della holding Comune di Brescia, la galassia delle società partecipate. Ma ieri il dibattito in consiglio comunale (che ha approvato i conti 2021: favorevole la maggioranza, astenuta la minoranza) si è concentrato quasi del tutto su una sola della partecipate, la maggiore di gran lunga, ma quella sulla quale la Loggia può incidere meno: è infatti una società quotata, con un 49% del capitale in mano a privati. Ma è anche la società che riscalda la gran parte delle case cittadine, una società che produce e consuma energia. Una società che ha fatto exraprofitti col caro energia, ma che sopporta anche extracosti. Insomma, le bollette l’hanno fatta da padrone al consiglio comunale di ieri, molto più dei conti «soddisfacenti nonostante tutto» (a soffrire sono state le due aziende, Brescia Mobilità e San Filippo, a diretto contatto con l’utenza e colpite dai divieti dei lockdown) perchè rappresentano l’emergenza delle emergenze.

Il centrodestra chiede un Consiglio comunale ad hoc su A2A

È stata la minoranza a spostare l’attenzione su A2A, chiedendo che si convochi un Consiglio comunale ad hoc a Brescia e a Milano, le città dei due azionisti pubblici della utility. «Se non sarà convocato presenteremo una mozione» ha detto Simona Bordonali della Lega. Un consiglio dedicato perchè? «I due comuni debbono fare pressing sulla governance della società affinchè faccia una politica tariffaria che venga incontro alle difficoltà della gente».

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Questo il concetto condiviso da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Che ritengono che insistere in questo senso sia un diretto-dovere dei soci pubblici in quanto portatori all’interno della compagine sociale degli interessi pubblici. Ma sul concetto di interesse pubblico maggioranza (e Giunta) e minoranza non hanno le stesse idee. O almeno non lo declinano nello stesso modo. Per il centrodestra l’interesse pubblico sta nel contenimento delle bollette, per lo meno in questa congiuntura.

Le risposte della Giunta Del Bono

Per Del Bono e i suoi invece l’interesse pubblico lo si fa con i dividendi di A2A; e se questi sono maxi come negli ultimi anni si può farlo meglio. «Se si sono potuti spendere 50 milioni di euro di servizi sociali è grazie ai dividendi. Sono i dividendi che fanno di Brescia un’anomalia virtuosa. Credete che siano molti i comuni italiani che possono permettersi altrettanto?». Per Del Bono l’interesse di Brescia coincide dunque con la gestione efficiente della holding energetica. «Quando la politica ingerisce nella gestione delle aziende è quasi sempre un disastro, gli esempi nel nostro Paese sono innumerevoli». «È stato il problema dei socialismi reali...», sussurra qualcuno tra i banchi della maggioranza, stupendosi che il dirigismo arrivi da destra

. Per il sindaco la via da seguire anche guardando ai prossimi mesi («dal punto di vista del bilancio, sicuramente più complicati») non è diversa da quella seguita negli scorsi: «Usare i dividendi per aiutare le famiglie in difficoltà». E per aiutarle meglio «serve che A2A sia libera di crescere», perchè l’equazione è semplice: «se non produce utili non li distribuisce e non si può sostenere il disagio».

Gianpaolo Natali, capogruppo di Fratelli d’Italia, alle sollecitazioni della Lega, aggiunge uno scenario di preoccupazione per lo stato patrimoniale della utility: «Le azioni si sono dimezzate, il piano di industriale è costoso, se calano i dividendi cosa facciamo? Riusciremo ancora ad aiutare le famiglie?». Del Bono ricorda, che «A2A opera nel libero mercato e deve avere la forza di starci». E che fare un passo indietro sul piano industriale «significa pagarne un prezzo più avanti».

Diletta Scaglia del Pd toglie dal tavolo ingerenze sulla governance: «È una società quotata, al massimo il socio pubblico può cambiare il management se lo ritiene inefficiente».

L’assessore Marco Fenaroli ricorda che le tariffe «non le stabilisce A2A ma un’autorità nazionale, Arera. E poi A2A non è la sola sul mercato, con le famiglie, spesso le meno abbienti, che hanno altre compagnie come la mettiamo?». Il comune non è stato a guardare comunque, chiosa Tommaso Gaglia del Pd: «Ha dato indirizzi: blocco delle tariffe e rateazioni». •.

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