Brescia, Bergamo e Cremona: «Cultura è lavoro di squadra»

di Elia Zupelli
L’incontro, rigorosamente «virtuale», promosso dai «Filosofi lungo l’Oglio»
L’incontro, rigorosamente «virtuale», promosso dai «Filosofi lungo l’Oglio»
L’incontro, rigorosamente «virtuale», promosso dai «Filosofi lungo l’Oglio»
L’incontro, rigorosamente «virtuale», promosso dai «Filosofi lungo l’Oglio»

Responsabilità. Riscatto. Speranza. Fraternità. Avere cura, prendersi cura: della comunità, delle persone, non solo del corpo, ma anche dello spirito. Qui e ora. Nel pieno di una seconda ondata che oltre alla sofferenza collettiva sta scoperchiando anche una serie di altri umani sentimenti: rabbia, frustrazione, senso d’impotenza, disorientamento per il presente e paura per un futuro incerto, indefinito, sbiadito. Come agire quando si è a un passo dal baratro? Cosa significa guardare in faccia la vulnerabilità della natura umana? Come reagire? A quali valori aggrapparsi? Come pensare in termini inclusivi, lasciando da parte ogni forma di egoistico particolarismo? Interrogativi e stimoli che hanno trovato un punto di convergenza, aprendo spiragli di luce in prospettiva, durante l’incontro trasmesso ieri sera in streaming da «Filosofi lungo l’Oglio», spin-off dell’appena conclusa 15a edizione del festival diretto da Francesca Nodari: protagonisti i tre sindaci di Brescia, Bergamo, Cremona - Emilio Del Bono, Giorgio Gori e Gianluca Galimberti, in dialogo «a distanza» con Tonino Zana -, il presidente della Provincia Samuele Alghisi, quello della Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid-19 in Lombardia Gian Antonio Girelli e il capo di Gabinetto e viceprefetto di Brescia Stefano Simeone, rappresentanti delle comunità messe in ginocchio dal Coronavirus e delle istituzioni unite nel segno della cultura, del lavoro di squadra, del «patire insieme». Nella certezza che solo insieme si può ripartire: «Non ho pianto da solo, ho pianto con i miei cittadini, ho pianto perché ho pensato “quanta ricchezza, quanti talenti, quante intelligenze abbiamo perso“» ha ricordato Del Bono. «Ora stiamo vivendo una fase nuova, diversa, che non rimuove la malattia ma aggiunge la paura di non reggere economicamente. Ed è proprio in momenti come questo che si capisce l’importanza dei sindaci in quanto figure “paterne“. Lo dico sinceramente, senza retorica. È un riconoscimento di centralità, di primato politico, nel senso nobile del termine. La differenza nelle comunità in crisi la fa la capacità di avere radici profonde, un’identità forte». Così è uscita «la qualità degli uomini, è emersa l’esigenza di autenticità. Di parola, di contenuti - dice il sindaco di Brescia -. È la strada che porta alla riscoperta dell’autorità. Che vale quando è autorevole, non quando si impone. Senza inganni al cittadino. Riportando i valori fondamentali al loro posto». •

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