Il liceo nella bufera

Il bidello: "Mi ha ordinato di lavare l'auto". La preside smentisce. Ispettore all'Arnaldo

Il legale dell'uomo ha ricostruito la vicenda e valuterà un'azione giuslavoristica in termini di mobbing. Gli avvocati della dirigente: falso. L'Ufficio scolastico regionale ha inviato una persona sul posto per raccogliere elementi
L'uscita da scuola della preside sulla vettura al centro della contesa
L'uscita da scuola della preside sulla vettura al centro della contesa
L'uscita da scuola della preside sulla vettura al centro della contesa
L'uscita da scuola della preside sulla vettura al centro della contesa

Le tensioni al liceo Arnaldo di Brescia non si placano per il caso del bidello che sarebbe stato costretto dalla preside a lavarle il vetro dell'auto e, per questo, ha ricevuto la solidarietà di insegnanti e studenti che hanno interrotto le lezioni. Ma questa volta arriva la voce di Gerardo. O meglio, quella del suo legale, l'avvocato Filippo Cocchetti che dice: «Gerardo non si è offerto di pulire l’auto della dirigente scolastica. Ha ricevuto un chiaro ordine». Pronta la replica degli avvocati della preside, che smentiscono quanto affermato dal bidello: "Nessun ordine, lo confermeranno i testimoni".

Ma sul caso, ora, si è acceso il faro dell'Ufficio scolastico regionale che all'Arnaldo ha mandato un suo ispettore. A lui il compito, nei prossimi giorni, di sentire tutte le parti in causa e raccogliere gli elementi per definire cosa sia effettivamente accaduto.  

Il caso avrebbe un precedente

Sulla vicenda, scrive l'agenzia Ansa,  ci sarebbe un precedente. «Il 14 settembre — ha raccontato il legale al Corriere della Sera — la preside, minacciando richiami ufficiali, gli ha chiesto di svolgere alcune mansioni a scuola. Visto il modo di fare, da quel momento Gerardo si è sentito in soggezione».

Il bidello Gerardo lascia il liceo in auto
Il bidello Gerardo lascia il liceo in auto

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La preside, il bidello e l'ordine di lavare l'auto: la ricostruzione del legale

Il 13 ottobre si è verificato il secondo episodio che poi ha spinto il giorno dopo insegnanti e alunni a organizzare un’assemblea. Il bidello, ha ricostruito l'avvocato,  «si trovava nella sala fotocopie quando la dirigente scolastica gli ha ordinato di pulirle i vetri dell’auto in quanto sarebbe dovuta andare in un altro istituto. Gli è stato chiesto, in modo perentorio, di pulire i vetri dell’auto a causa della resina che cade dagli alberi».

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Il lancio a terra della spugna

Questo atteggiamento ha provocato la reazione stizzita del 66enne, bidello da 32. «Così, arrabbiato, per un ordine al quale non poteva dire di no considerando la minaccia del richiamo ufficiale di settembre — ha detto Cocchetti — ha lanciato in modo plateale la spugna a terra». L’avvocato del bidello ha detto anche che valuterà se avviare un’azione giuslavoristica, in termini di mobbing. Intanto oggi, dopo alcuni giorni di assenza, il bidello è tornato a scuola.

I bigliettini degli studenti dell'Arnaldo a sostegno del bidello
I bigliettini degli studenti dell'Arnaldo a sostegno del bidello

La preside smentisce il bidello

Passano poche decine di minuti e arriva la replica della preside attraverso i suoi avvocati, Anna Maria De Mattei e Tommy Bettanini: "Non corrisponde al vero la ricostruzione dei fatti effettuata dal signor Gerardo, così come delle ragioni dell’assenza dal lavoro dello stesso nei giorni seguenti, come avrà modo di dimostrare nelle opportune sedi, anche tramite le persone che hanno assistito a quanto realmente accaduto. La dottoressa Fogliata non interverrà ulteriormente sull’argomento attraverso gli organi di stampa, né direttamente né tramite i sottoscritti, ritenendo che la miglior tutela dell’immagine dell’Istituto da lei diretto e della sua reputazione personale, da realizzarsi mediante la veritiera ricostruzione dell’episodio specifico e della successiva strumentalizzazione denigratoria, debba essere perseguita esclusivamente nelle competenti sedi giudiziarie e amministrative".

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