LA CLASS ACTION

Buoni postali «serie Q», rabbia anche a Brescia

di Silvana Salvadori
In provincia aderiscono in 75 all'azione legale. Secondo Federconsumatori c'è stata «un'ingiustizia: chi ha riscosso si è visto sottratto somme anche ingenti. Tutelare i risparmiatori»
Federconsumatori pronta ad avviare una class action contro Poste Italiane
Federconsumatori pronta ad avviare una class action contro Poste Italiane
Federconsumatori pronta ad avviare una class action contro Poste Italiane
Federconsumatori pronta ad avviare una class action contro Poste Italiane

Per ora sono 75 i bresciani che hanno aderito alla proposta di class action di Federconsumatori contro Poste Italiane. In tutta Italia sono 1.441, ma c’è ancora tempo fino alla fine di settembre per sottoscrivere la richiesta. Federconsumatori ha messo nel proprio mirino i buoni fruttiferi postali serie Q emessi dopo il 1 luglio 1986 e riscossi entro il 19 maggio 2021. Secondo l’associazione la riscossione di questi specifici buoni fruttiferi si è tramutata in «una vera e propria ingiustizia, che ha sottratto a migliaia di cittadini somme a volte anche ingenti.

Basti pensare che, per un buono fruttifero serie Q emesso a maggio (dal 1988 al 1995) per il valore iniziale di cinque milioni di lire, il maltolto da parte di Poste Italiane spa e Cassa Depositi e Prestiti spa ammonterebbe a ben 3.773,49 euro» sostiene Federconsumatori. «A Brescia per ora abbiamo raccolto 75 adesioni, ma ricordiamo che c’è ancora tempo per partecipare alla class action» spiega Simone Cardin, presidente della sezione bresciana dell’associazione che fa capo al sindacato Cgil. «Noi possiamo fornire assistenza al cliente di Poste Italiane assistendolo nella procedura per iscriversi all’apposito portale serieq.it dove registrarsi e capire, prima di tutto, se il buono fruttifero che si possiede rientri fra quelli per i quali stiamo promuovendo l’azione collettiva».

Lo scorso 15 maggio la class action è stata depositata al Tribunale di Roma dove il giudice competente deciderà per la sua ammissibilità. Se ciò avvenisse, come auspica Federconsumatori, i soggetti che rientrano nella casistica ammessa dal Tribunale potranno aderirvi anche senza difensore. Per partecipare alla class action intrapresa dall’associazione, il buono fruttifero deve essere riscosso (è solo in quel momento che si verificherebbe il danno per il consumatore), ma ciò potrà avvenire anche dopo che il Tribunale si sarà espresso sull’ammissibilità o meno dell’azione collettiva.

L’associazione ha stimato che i sottoscrittori dei buoni della serie Q ammontino a circa 250.000, è quindi necessario diffondere il più possibile l’informazione di questo tentativo di azione collettiva: «Adesso spetterà al giudice, previa valutazione dell’ammissibilità dell’azione di classe, aprire la strada al riconoscimento dei giusti diritti di tutti i risparmiatori interessati», ha concluso Emilio Viafora, presidente nazionale di Federconsumatori. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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