Sono a buon punto, al 90% circa, i lavori per la messa in sicurezza della barriera idraulica che evita lo spandimento nella falda dell'inquinamento della Caffaro. Dovrebbero essere completati a febbraio 2023.
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E' emerso questa mattina in tribunale, dove avrebbe dovuto discutersi l'udienza preliminare a carico dell'ex commissario Roberto Moreni, e dei vertici di Caffaro Brescia (il direttore dello stabilimento Alessandro Francesconi, il rappresentante legale Alessandro Quadrelli e il presidente Antonio Donato Todisco). Non sono gli unici coinvolti nella maxi inchiesta che si è chiusa con ben 13 indagati (per tre di loro, tra cui la dirigente del Comune Daria Rossi, è già stata chiesta l'archiviazione).
Tutto è stato però rinviato al prossimo 13 giugno. Ai manager di Caffaro Brescia srl è stato contestato tra gli altri il reato di disastro ambientale per non avere garantito, appunto, l’efficienza della barriera idraulica d’emergenza: il completamento dell'intervento in corso, a carico della società, dovrebbe, appunto, contribuire ad alleggerire la loro posizione
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