BRESCIA

Caffaro, Loggia divisa sul commissario

di Mimmo Varone
L'ex assessore comunale all'Ambiente, Ettore Brunelli, in pole per la successione di Moreni: «Se verrà fatto il mio nome, risponderò direttamente al ministero»
Una veduta dello stabilimento  Caffaro. Loggia divisa sul commissario ministeriale
Una veduta dello stabilimento Caffaro. Loggia divisa sul commissario ministeriale
Una veduta dello stabilimento  Caffaro. Loggia divisa sul commissario ministeriale
Una veduta dello stabilimento Caffaro. Loggia divisa sul commissario ministeriale

Le forze politiche in Loggia si vedono per una volta rappresentate nel governo romano «di tutti» o quasi, e sono tentate di marciare insieme per accorciare i tempi di utilizzo dei 70 milioni destinati alla bonifica del sito industriale Caffaro. Ma a dividere è Ettore Brunelli, già assessore all’Ambiente della Giunta Corsini, che indiscrezioni vorrebbe possibile successore del commissario straordinario Roberto Moreni in scadenza ad aprile. Il suo nome è stato al centro del dibattito nella commissione Ambiente presieduta da Anita Franceschini, convocata ieri per l’illustrazione da parte dell’assessore Miriam Cominelli del nuovo Accordo di programma siglato nel novembre scorso, presente il sindaco Emilio Del Bono. Le bordate lanciate dall’opposizione, in primo luogo dal cinquestelle Guido Ghidini, contro il suo nome non facilitano per nulla la successione. E si aggiungono a chi, come Paola Vilardi (Fi), da sempre ha osteggiato la gestione commissariale del Sin. Per ora è per primo il sindaco a dire che la nomina spetta al Ministero. E da quel che risulta, Brunelli al momento non è stato raggiunto da contatti, se si esclude forse un «pour parler» di circa un anno fa, ai tempi della scadenza del mandato di Moreni, poi prorogato. «Il commissario dev’essere una figura con alta professionalità tecnica, e Brunelli non è la persona adatta», dice Ghidini. La Lega con Massimo Tacconi esprime «dubbi» sull’efficacia di un commissario e ne auspica la sostituzione con il Tavolo tecnico coordinato dalla Regione. Con Simona Bordonali, che «non entro nel merito della persona», poi, chiede alla maggioranza se non abbia chiesto alla Regione stessa di volersi «intestare» la successione commissariale, o se non abbia avanzato la proposta di un nome «lontano da Brescia», o non abbia proposto in sostituzione uno staff tecnico con poteri commissariali per concludere il lavoro avviato. Del Bono promette che condividerà con le minoranze la ricerca della soluzione migliore. E tra tutto questo, «se verrà fatto il mio nome, e il ministro mi chiederà di accettare l’incarico, risponderò a lui e non ad altri dopo aver valutato la situazione», si limita a dire Brunelli, che già nel 2008 aveva sostanzialmente preparato l’Accordo di programma ereditato l’anno dopo dalla Giunta Paroli. Al di là delle dichiarazioni di principio, insomma, tanta condivisione sul modo di procedere pare non ci sia. E neanche le rivendicazioni dei meriti di ciascuna delle amministrazioni alle prese con la bonifica, aiuta. Come che sia, sindaco e maggioranza attribuiscono alla gestione commissariale i risultati sulle bonifiche esterne al sito industriale, i finanziamenti passati dai 6,7 milioni del 2013 agli 80,5 di oggi, e soprattutto la possibilità di spenderli, che l’interlocuzione diretta con Roma rendeva molto difficoltosa. Che poi ci sia un nuovo commissario, dipenderà dal ministro appena insediato. Certo è che in mancanza, i compiti del Responsabile unico, secondo l’Accordo di programma passeranno alla Regione. •.

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