Cala la popolazione straniera
In un anno oltre 5 mila in meno

di Mauro Zappa

Calano di 5.067 unità rispetto all’anno precedente gli stranieri residenti nella provincia di Brescia: a fine 2016 il loro numero ammontava a 158.585, pari al 12,6% della popolazione totale (meno 3,1%). Nel complesso la componente stabile, titolare cioè di permessi per lungo soggiornanti, si attesta al 74,8% dei permessi rilasciati l’anno scorso. La città vanta un’incidenza più alta di immigrati rispetto alla provincia, tanto è vero che nel capoluogo gli stranieri rappresentano il 18,4% dei residenti, mentre nel resto del territorio la loro percentuale scende all’11,5%. Sono alcuni dei dati desunti dall’annuario pubblicato dal Centro di iniziative e ricerche sulle migrazioni, giunto alla sua nona edizione e presentato ieri in occasione di un seminario sull’immigrazione e la società locale a Brescia tenutosi in Cattolica. Maddalena Colombo, curatrice della ricerca, segnala: «Il decremento riguarda tutte le fasce di popolazione, fenomeno dovuto anche alle tante acquisizioni di cittadinanza italiana avvenute nel 2016». Scende rispetto al 2015, e di molto, anche il numero dei bambini nati da entrambi i genitori stranieri: meno 26%. I fiocchi rosa e azzurri in rapporto agli anni precedenti sono calati, ma la popolazione immigrata risulta comunque decisamente più feconda di quella autoctona: il numero di figli per donna straniera si attesta a 2,31, quello per donna italiana all’1,28. A tal proposito Colombo sottolinea: «Il contributo demografico fornito dagli immigrati rimane molto rilevante». Le comunità più popolose sono la rumena (24.127), l’albanese (19.153), la marocchina (14.986) e l’indiana (14.480). La cinese si colloca al nono posto (5.261), la sola, insieme alla prima in graduatoria, a guadagnare residenti.

Tema lavoro: sale in maniera consistente la compagine straniera occupata a tempo indeterminato (più 10%), cresce il suo tasso di occupazione (più 0,9) e scende quello di disoccupazione (meno 2,5). Modesto l’incremento di imprese straniere tra il 2015 e il 2016 (più 0,8), ma significativo se si guarda a un passato meno prossimo: più 14,3 rispetto al 2011, dato significativo se si considera che nello stesso arco temporale il numero di imprese italiane sul nostro territorio si è sensibilmente contratto. Confermata la maggiore vulnerabilità economica delle persone straniere, la metà circa delle quali a rischio di povertà ed esclusione sociale.

INTERESSANTE il riscontro fornito dall’annuario Cirmib in merito all’accesso a tutti i gradi di istruzione dei giovani stranieri. Cresce infatti la loro presenza nelle scuole medie superiori, il 18 per cento del totale degli studenti, mentre l’incidenza degli immigrati tra gli iscritti a un corso universitario a Brescia è fissata per il 2016 al 6,3% (7 nell’ateneo statale, 4,3 in Università Cattolica). Per ciò che concerne la loro appartenenza religiosa il 48,8% degli stranieri è di fede musulmana (quota stabile a partire dal 2008), percentuale di dieci punti più alta rispetto alla media lombarda, data dall’alto numero di marocchini, pakistani e ghanesi presenti. I cristiani sono il 41,2%, tra i quali i cattolici diminuiscono in dodici mesi del 9,3. Colombo traccia un quadro sostanzialmente confortante del fenomeno migratorio nel Bresciano: «La condizione generale media degli stranieri sta migliorando, circostanza avvallata dall’indice di integrazione elaborato da Ismu, che fa progredire in un anno Brescia dalla settima alla seconda posizione nella classifica delle province lombarde».

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