Campo estivo, in cento stanno male: è giallo

di Irene Panighetti
Ragazzi, educatori e parroco hanno avuto febbre, tosse e disturbi gastrointestinali. Molti sono finiti al Pronto soccorso
Ragazzi, educatori e parroco hanno avuto febbre, tosse e disturbi gastrointestinali. Molti sono finiti al Pronto soccorso
Ragazzi, educatori e parroco hanno avuto febbre, tosse e disturbi gastrointestinali. Molti sono finiti al Pronto soccorso
Ragazzi, educatori e parroco hanno avuto febbre, tosse e disturbi gastrointestinali. Molti sono finiti al Pronto soccorso

Resta il mistero su ciò che è successo al campo estivo a Bormio, cui hanno partecipato 121 persone, tra ragazzi, curatori ed educatori dei quartieri Violino e Badia. Dal 23 al 30 luglio il gruppo è stato al Grest in un campo-hotel di Bormio, ma dopo qualche giorno, e una sola gita, qualche ragazzo ha iniziato a stare male e poi lo sono stati tutti, la maggior parte nei giorni finali, il sabato e a domenica al rientro. «Circa 45 persone, tra minorenni e maggiorenni, hanno avuto febbre molto alta – racconta il curato, don Andrea Rodella che era al Grest e che a sua volta non è stato bene – di questi diversi sono andati al pronto soccorso a Brescia. Ora i sintomi stanno tutti evolvendo al meglio, la febbre alta, grazie ad antibiotici, è passata e ad una ventina di persone, io incluso, resta un po’ di tosse». Il curato informa che «Ats Brescia sta gestendo, e pure con molta attenzione e cura, i sintomi e le terapie, mentre ho allertato l’Ats competente per Bormio per fare delle indagini anche sulla struttura, che, a mio avviso, non era così terribile come invece sostengono alcuni genitori, ma che sicuramente è vecchia e forse necessita di una migliore pulizia». Che cosa sia successo per ora ancora non è dato a sapere: note solo le ipotesi escluse, ovvero sia il Covid, poiché tutti si sono sottoposti, ripetutamente, a tamponi, sia la Salmonella perché «nessuno ha mangiato o bevuto cose strane – continua don Andrea – abbiamo fatto solo una gita a tremila metri in un rifugio e nessuno ha bevuto da fonti perché non ce ne erano. Eppure c’è chi ha avuto febbre anche molto alta, tosse e i classici sintomi da virus influenzale. Qualcuno ha avuto episodi gastro-intestinali ma affrontabili con farmaci comuni». Don Andrea ha chiesto di «analizzare anche l’acqua della struttura che magari un tempo era potabile e oggi non lo è più – ipotizza – ancora però non ho avuto nessuna risposta e quindi non so come spiegare l’accaduto. So però che i ragazzi vogliono essere lasciati tranquilli e dimenticare questa esperienza, andare oltre». Tra i genitori serpeggia il malumore, qualcuno, come Michela Poinelli, mamma di uno dei ragazzi partecipanti al Grest che ha rilasciato interviste alla stampa valtellinese, si indigna per lo stato della struttura e chiede risposte: «Da mamma di un minore partecipante a questo Grest credo che merito delle delucidazioni e delle risposte su quanto possano avere contratto. Vorrei da parte dell’Ats di riferimento la dimostrazione ed i referti sull’hotel e sull’acqua usata per le docce e bevuta ai pasti e un controllo al rifugio dove sono stati una giornata. Credo sia lecito voler capire cosa sia successo ai nostri ragazzi». Ats Montagna ha già fatto pervenire alla stampa locale la sua replica: «Abbiamo effettuato i necessari controlli sulle acque e i sistemi idrici per escludere l'intossicazione alimentare e la legionella. I risultati arriveranno in una decina di giorni, ma ci sentiamo di dire che non crediamo sia legionella. La settimana precedente un altro gruppo è stato nell'hotel e non ha avuto problemi e, nei giorni in cui i componenti della parrocchia sono stati a Bormio, ci sono state piogge e un abbassamento di temperatura che potrebbero aver generato i sintomi di febbre e raffreddore». •.

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