CAOS BRESCIA

I pareri da Salvi a Bonometti: «Cellino faccia il bene della squadra»

di Fabio Pettenò
C’è chi sottolinea come il patron sardo non abbia mai avuto vero feeling con la piazza e chi spera che la migliore risposta ai problemi arrivi dal campo
I pareri da Salvi a Bonometti: «Cellino faccia il bene della squadra»
I pareri da Salvi a Bonometti: «Cellino faccia il bene della squadra»
I pareri da Salvi a Bonometti: «Cellino faccia il bene della squadra»
I pareri da Salvi a Bonometti: «Cellino faccia il bene della squadra»

Il terremoto scatenatosi dopo le dimissioni di Massimo Cellino da presidente del Brescia ha investito ex giocatori e tifosi. In ogni angolo della città, della provincia, non si parla d'altro che del futuro nebuloso del club biancazzurro. Preoccupazione, stupore e rabbia sono i sentimenti più comuni. Stefano Bonometti è molto critico. «Da quando si è insediato nessuno ha realmente compreso cosa Cellino volesse fare del Brescia - osserva -. Probabilmente verrà ricordato come quel presidente che poteva fare e non ha fatto. Al contrario suo Corioni si svenò per amore del Brescia». Il pensiero del recordman di presenze, 421 gettoni in carriera con la maglia blu con la «V» bianca sul petto, è dettagliato. «La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la contestazione dei tifosi delle scorse settimane - spiega Bonometti -. Dispiace vedere il Brescia navigare in queste acque ma è ciò che Cellino si è cercato. La situazione non è buona, speriamo non ci siano ripercussioni sul campo». Non dribbla la questione nemmeno l'ala destra per eccellenza della storia centenaria del club.

L'ex numero 7 Egidio Salvi: «Sono deluso»

Egidio Salvi non nasconde lo stupore. «Sono deluso: il Brescia non ha bisogno di queste cose - sostiene l'ex numero 7-. Tutti ci aspettavamo molto di più dalla gestione Cellino. Mi auguro sia una scelta e dichiarazioni frutto del momento perché c'è il rischio che questa situazione possa avere delle conseguenze pesanti sulla squadra». Salvi entra nello specifico. «Non pensavo di poter arrivare a questo punto specialmente dopo un inizio di stagione incoraggiante che ci aveva illuso. In questa situazione conterà molto la mano dell'allenatore. Servirà subito una risposta sul campo». L'ex centrocampista degli anni 70' ora opinionista televisivo Renato Damonti è piuttosto sarcastico. «Dare le dimissioni da una società che è tua è una classica situazione alla Cellino - osserva -. Da tifosi siamo abituati a queste uscite del presidente. La mossa è una chiara intenzione di vendere per problemi personali». Il pensiero del mediano della Badia è sulla falsa riga degli illustri colleghi. «A Brescia Cellino non ha trovato quello che cercava - sottolinea - ma anche i bresciani non hanno trovato in lui la persona che speravano. Per fare calcio servivano investimenti e non sono stati fatti».

Stupore anche a Palazzo Loggia

Anche nel palazzo del Comune l'argomento è di casa. «Mi ha sorpreso: non mi aspettavo le dimissioni da una persona incisiva come Cellino - le parole dell'assessore Fabio Capra -. Purtroppo non si è mai creato un feeling con la tifoseria e una piazza difficile e ambiziosa come la nostra. Non è riuscito a far quadrare la storia con l'attualità». Sul futuro Capra non si espone. «Che cosa succederà? Non lo so. Auguro al Brescia di ricompattarsi all'idea di giocarsi un campionato di vertice. Il mio è un auspicio, che il gruppo ritrovi compattezza e spirito: confido in Clotet». Dare speranza è la missione di don Claudio Paganini. «Il mio compito è incoraggiare lanciando salvagenti e non affogare chi è in difficoltà», commenta. Il padre spirituale del Brescia articola. «Da tifoso vorrei vedere sempre un Brescia vincente trovando la gioia anche nelle sconfitte. Poi vengono le vicende umane, molto complicate, che chiedono sostengo alle persone che le subiscono». Argomento Brescia-Cellino arrivato anche a Roma, nei palazzi della politica nazionale. «Da tifoso - si auspica Fabrizio Benzoni, deputato di Azione-Italia Viva e appassionato tifoso - mi auguro che Cellino possa prendere la miglior decisione per garantire un futuro stabile alla squadra della nostra città. Lo merita per storia e blasone». Il toto nome per il ruolo di presidente coinvolge anche gli ex giocatori e tifosi. «Spero in una persona che abbia un progetto serio e faccia lavorare le persone», chiosa Stefano Bonometti. «C'è la crisi e non è facile trovare acquirenti -aggiunge Egidio Salvi-. Alla fine spero quasi ci ripensi». Più pragmatica l'idea di Renato Damonti: «Mi auguro una figura alla Giuseppe Pasini». Suggestiva quella di Fabio Capra: «Se fossi nella famiglia Cellino, proprietaria ancora delle quote di maggioranza punterei su Zambelli o Caracciolo: icone e uomini che hanno il Brescia nel cuore».•.

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