IL RIENTRO

Bentornati bambini: centomila in classe. E «quota-vaccini» tra i docenti al 70%

di Magda Biglia
Brescia, riapertura scuole elementari e prima media (Carducci) - Fotolive Riccardo Bortolotti
Brescia, riapertura scuole elementari e prima media (Carducci) - Fotolive Riccardo Bortolotti
Brescia, riapertura scuole elementari e prima media (Carducci) - Fotolive Riccardo Bortolotti
Brescia, riapertura scuole elementari e prima media (Carducci) - Fotolive Riccardo Bortolotti

Ogni volta è come la prima campanella di settembre. Tanta emozione. Sono circa 100 mila gli alunni che oggi rimetteranno piede in classe, dalle materne alla prima media, più i nidi sui quali a livello territoriale non è mai stato compiuto un censimento. Sono più o meno 80 mila gli statali, ai quali vanno aggiunti gli oltre 20 mila delle paritarie, soprattutto all’infanzia. La decisione lungamente attesa da scuole e famiglie è arrivata col decreto del governo, ed è efficace anche qui, nonostante la Lombardia sia rimasta in zona rossa.

RIMANGONO a casa in circa 75mila, due terzi studenti delle superiori, un terzo i ragazzini di seconda e terza media. «Siamo ormai abituati ad aprire e chiudere, tutto è pronto - dichiara il dirigente dell’Ufficio Scolastico Giuseppe Bonelli -. Il riferimento adesso è il ministero perché le Regioni non possono introdurre proprie misure restrittive se non in casi particolarmente gravi e in accordo con le autorità sanitarie nazionali. Il ministro Bianchi aveva proposto uno screening generalizzato prima del rientro e la sua continuazione con cadenza settimanale, ma è apparso troppo complicato. In ogni caso, dentro lo stanziamento aggiuntivo che le scuole riceveranno, 1,5 milioni probabilmente per Brescia, esiste per il singolo istituto la possibilità di usarne parte per testing preventivi. Credo, però, che l’iniziativa abbia più senso laddove è saltato il tracciamento, che a Brescia, con alti e bassi, ha quasi sempre funzionato. Nuove linee guida sono state indicate da Ats per le scuole in caso di contagi».

I presidi erano sinora divisi su tale possibilità che richiede un impegno notevole, anche di coinvolgimento di varie forze, i genitori in primis. Viene offerto, però, un percorso facilitato, gratuito e senza prenotazione, per il personale scolastico e gli studenti che possono, in brevi orari specificati giornalieri, presentarsi a Brescia in via Morelli e nelle altre sedi provinciali per effettuare il tampone. Che fra l’altro ora è obbligatorio per tornare dopo la malattia. Basta farsi avanti con un’autocertificazione, anche per gli studenti maggiorenni che possono accedere da soli mentre i più piccoli devono essere accompagnati dai genitori. Di fronte a sintomi, permane il vuoto in attesa del risultato, buco nero che non appare mai chiaro e che preoccupa i dirigenti su una eventuale quarantena preventiva.

C’è da dire che ad aggiungere un po’ di sicurezza contribuisce la campagna vaccinale di tutto il personale. Il giorno 5 aprile erano 17.207 i vaccinati con la prima dose e le operazioni continuano per coprire il bacino ipotetico di quasi 25 mila persone, docenti, anche over 65, supplenti brevi, residenti in altra regione, amministrativi, tecnici, bidelli, paritarie e centri professionali compresi. «Tutti quanti a vario titolo entrino a contatto in un plesso scolastico» cita l’ordinanza.

Anche Giuseppe Bonelli e i suoi collaboratori dell’Ust sono stati inclusi. Rimane il nodo della seconda dose che, per l’AstraZeneca, il vaccino utilizzato, viene somministrata due mesi e mezzo dopo la prima, per molti ad anno ormai concluso. Ad ogni modo, non cambia niente. Anche chi ha già ricevuto l’iniezione può trasmettere il virus dal quale viene infettato senza ammalarsi, deve perciò seguire tutte le precauzioni dei vari protocolli, deve mantenere la mascherina, il distanziamento, l’igiene continua delle mani. E dovrà aderire ad eventuali screening decisi dalla sua scuola. •.

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