IN TRIBUNALE

Centro sportivo e reati fiscali: Cellino indagato

Con un comunicato ufficiale  il presidente del Brescia ha negato il coinvolgimento della società sportiva
Con un comunicato ufficiale il presidente del Brescia ha negato il coinvolgimento della società sportiva
Con un comunicato ufficiale  il presidente del Brescia ha negato il coinvolgimento della società sportiva
Con un comunicato ufficiale il presidente del Brescia ha negato il coinvolgimento della società sportiva

•• Le perquisizioni sono scattate in contemporanea a Brescia, Torbole Casaglia, Padenghe, Milano e Cagliari, i luoghi principali, per quel che riguarda l’Italia, dell’attività imprenditoriale di Massimo Cellino.

Il presidente del Brescia è indagato nell’ambito di un’inchiesta dalla Guardia di Finanza per reati fiscali, partita da un accertamento delle Fiamme Gialle di Cagliari. Omessa dichiarazione delle imposte, autoriciclaggio e sottrazione fraudolente al pagamento delle imposte i reati fiscali contestati al presidente delle Rondinelle e risalirebbero ad un periodo successivo al 2014.

«Gli accertamenti svolti - sottolinea Cellino con una nota ufficiale - Sono riferiti alla mia persona e non alla società sportiva. Tifosi e dipendenti possono stare tranquilli, fermo restando che sono convinto di avere agito nel pieno rispetto della legge». Oltre all’abitazione gardesana di Cellino, a Padenghe, la Finanza ha perquisito anche la sede del Brescia Calcio, in via Solferino. Ma non solo. Le Fiamme Gialle hanno disposto la perquisizione dell’abitazione della segretaria personale del presidente, in contrada delle Bassiche, e di quella di un suo assistente, a Castenedolo.

Perquisite anche la sede di Eleonora Immobiliare Spa, a Milano, società di cui Cellino, stando ai documenti della Procura, risulta «amministratore di fatto», un immobile a Cagliari e l’imbarcazione «Nèlie», battente bandiera statunitense e intestata a Free Time Miami LTD, nella disponibilità del presidente del Brescia. Analizzando le attività del gruppo che fa capo Cellino gli inquirenti si sono imbattuti anche nella vicenda relativa al centro sportivo realizzato a Torbole Casaglia.

Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente il reato contestato, in questo frangente, a Cellino indagato insieme a Roberta Sisti, sindaco di Torbole Casaglia, Mauro Ometto, assessore ai Lavori pubblici dello stesso Comune, e Fabio Vizzini, membro della commissione urbanistica del Comune di Torbole Casaglia fino al 31 novembre 2017 e incaricato, come libero professionista, da Brescia Holding Spa, licenziataria di servizi per il Brescia Calcio, di redigere la stima del valore di un’area in via Donatori di Sangue poi venduta dal Comune a Brescia Calcio s.p.a.

Per gli inquirenti il sindaco Sisti avrebbe offerto in vendita l’area a Cellino: «Con la promessa che l’Amministrazione comunale ne avrebbe mutato la destinazione d’uso in tempo per l’inizio dei lavori del centro sportivo». Una mossa che, per chi indaga, sarebbe servita: «per concretizzare alcune promesse elettorali e per fregiarsi di avere portato il Brescia a Torbole Casaglia». Perquisizioni hanno interessato anche il municipio di Torbole Casaglia, le abitazioni di Sisti e Vizzini e la sede di Ingeco Srl (società di cui Vizzini era legale rappresentante e socio al 60 percento). La finalità è stata quella di recuperare qualsiasi documento, cartaceo o informatico, riconducibile alla compravendita dell’area.

Un’area che la Procura ha rilevato essere stata ceduta da Brescia Calcio «a Eleonora Immobiliare s.p.a. in data 28 dicembre 2018», sei mesi dopo il rogito che l’1 giugno 2018 aveva visto passare il terreno dal Comune di Torbole Casaglia al Brescia. Le perquisizioni serviranno agli inquirenti per capire se sia stato turbato «il procedimento amministrativo scoraggiando la partecipazione all’asta per la vendita del terreno di ulteriori offerenti rispetto a Brescia Calcio s.p.a. garantendole l’aggiudicazione». Da verificare anche la regolarità e le tempistiche della di variante al Pgt che ha modificato la destinazione d’uso del terreno in area ad uso privato, che avrebbe permesso al Brescia di acquistare «ad un prezzo molto inferiore rispetto a se la variante fosse stata approvata prima di procedere alla vendita».•.

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