Civile, balzo dei ricoveri Ieri 24 in più di giovedì

Scala 4.0: all’ospedale Civile è la zona dell’ospedale riservata al Covid
Scala 4.0: all’ospedale Civile è la zona dell’ospedale riservata al Covid
Scala 4.0: all’ospedale Civile è la zona dell’ospedale riservata al Covid
Scala 4.0: all’ospedale Civile è la zona dell’ospedale riservata al Covid

Ventiquattro ingressi. Ventiquattro nuovi pazienti Covid in più nei letti del Civile. È il bilancio di una giornata, quella di ieri. Una giornata pesante per gli Spedali Civili, anche sul fronte Pronto soccorso. Ancora sotto pressione, anche perchè non ci sono solo i Covid a chiedere una visita, ci sono soprattutto gli altri: 74 contro 37 covid. Con il problema della separazione dei percorsi. Con i 24 di ieri è stato sfondato il muro dei 400 ricoverati. La metà della primavera, nel suo acme. Ma moltissimi, considerando la scrematura operata da via Morelli, e che l’imperativo è di mantenere il più possibile le cure per i non Covid. Lo stesso Piano regionale varato nel giugno dello scorso anno stabiliva che gli ospedali si potenziassero/organizzassero in vista di nuove ondate, ma senza dismettere tutte le altre attività. Il Piano prevedeva investimenti per 214 milioni di euro, una parte dei quali investiti in Terapie intensive. Quelle che ora sono già piene. Di programmazione la Giunta regionale è tornata a parlare il 3 marzo. Il programma di investimenti per il periodo 20021-2028 che prevede di mettere sulla sanità 4 miliardi di euro. Una parte di questi investimenti sono quelli già inseriti nel Piano del giugno. La trasformazione del padiglione Satellite dell’ospedale Civile, ad esempio, destinato ai bambini. Ma anche altri. Il problema però è la prima fase di quel Piano, che prevedeva di intervenire rapidamente sui posti letto di Terapia intensiva, non è stata completata. Stabiliva tutta una serie di interventi strutturali volti a migliorare la capacità degli ospedali. Le Terapie intensive delle strutture pubbliche bresciane, quelle delle quattro Asst, dovevano salire a 111 posti letto. E in caso di emergenza la metà dei 704 letti di semi intensiva avrebbero potuto essere convertiti per i più gravi. Questo assetto flessibile, ma con un nocciolo duro di 111 postazioni, avrebbe consentito di meglio sopportare una nuova ondata e allo stesso tempo continuare le normali attività di cura. In realtà, a 111 postazioni di Terapia intensiva le Asst bresciane non hanno fatto a tempo ad arrivare prima che il Covid tornasse. Ma è tutto il Piano varato prima dell’estate che è rimasto in gran parte sulla carta, come del resto sospettavano per primi i dirigenti degli Spedali Civili che per realizzare la ristrutturazione di Scala 4 hanno scelto una via diversa dalle procedure pubbliche, benchè Scala 4 fosse tra gli interventi finanziati dal Piano. Al netto delle posizioni critiche verso l’operazione Scala 4, se i Civili avessero atteso risorse e procedure del Piano ospedaliero, Scala 4 non ci sarebbe ancora. Il 3 marzo sono stati previsti dalla Giunta Fontana 8 anni di investimenti sulla rete tecnologica, sulle apparecchiature di diagnosi e cura è stato riproposto il centro socio sanitario ogni centomila abitanti, la smart helth, interventi sulle strutture ospedaliere e sulla medicina territoriale. Nel bilancio regionale 2021 sui tre assi della assistenza territoriale, transizione ambientale e tecnologie innovative sono allocati 150 milioni di euro. •.

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