Civile, il «giallo»
delle mascherine
inadatte ai medici

di Eugenio Barboglio
Medici al lavoro in corsia: la battaglia contro il Covid ogni giorno propone nuovi tipi di sfideSulla confezione di mascherine la dicitura «non medical use»
Medici al lavoro in corsia: la battaglia contro il Covid ogni giorno propone nuovi tipi di sfideSulla confezione di mascherine la dicitura «non medical use»
Medici al lavoro in corsia: la battaglia contro il Covid ogni giorno propone nuovi tipi di sfideSulla confezione di mascherine la dicitura «non medical use»
Medici al lavoro in corsia: la battaglia contro il Covid ogni giorno propone nuovi tipi di sfideSulla confezione di mascherine la dicitura «non medical use»

Il personale sanitario si è vaccinato in queste settimane, prima categoria ad essere sottoposta alla profilassi anti Covid 19. Grazie al vaccino ci si protegge dal contagio, una protezione che le mascherine sono riuscite a garantire in misura ridotta. Non solo perchè non sono un vaccino, e questo è evidente, ma solo dei dispositivi di protezione, delle barriere fisiche al virus, ma forse pure perchè non sono tutte idonee. Agli Spedali Civili non sono mancate le domande preoccupate di medici e infermieri rivolte alla Direzione sulla tipologia di mascherine che viene fornita al personale dei presidi dell’Asst. Infatti sulla confezione di queste mascherine prodotte in Cina è scritto: «Non medical use». Da non usare in campo medicale. Mascherine, insomma, che come dice la confezione, rappresentano delle difese, certo, contro lo smog e la polvere, e anche dai batteri, ma non al punto da essere consigliate a chi lavora in un ospedale a stretto contatto con pazienti infettati. Anzi al punto da essere sconsigliate. LE PERPLESSITÀ dei «camici bianchi», tuttavia, avrebbero trovato sulla propria strada l’autorizzazione della Regione Lombardia. Autorizzazione che sarebbe però in contraddizione con quanto raccomandato dalla ditta produttrice. Alcuni medici riferiscono che gli Spedali Civili hanno diffuso una circolare di precisazione sull’argomento: specificando, appunto, che le mascherine godono del benestare della autorità regionale. Sebbene molti operatori nei reparti utilizzino in aggiunta alla mascherina distribuita dall’ospedale anche altre tipologie (o soltanto altre tipologie), resta il fatto che il personale sanitario è stato molto colpito dal virus, con ancora qualche caso di positività nonostante il vaccino anti covid. E questo non perchè il vaccino sia inefficace - le percentuali di chi non sviluppa gli anticorpi è quella nota e non smentita dalla campagna bresciana in corso - ma per il fatto di avere ricevuto il vaccino quando la malattia era già in incubazione. A QUESTO proposito, va segnalato quanto riferito da fonti non ufficiali riguardo alla Poliambulanza. Dove si starebbero registrando diversi casi di personale sanitario, sia medico, sia infermieristico, sia Oss, costretto a casa in quarantena dopo aver ricevuto il vaccino anti Covid. Cosa che non ha nulla a che fare col vaccino ma con la contiguità con pazienti positivi avvenuta prima della somministrazione delle dosi Pfizer o prima della seconda dose. Del resto, in Neurologia - sempre stando a indiscrezioni -, i ricoverati risultati positivi al tampone sarebbero sedici, tutti asintomatici. Una situazione che non è noto se isolata oppure no, e alla quale si fa fronte o trasferendo i pazienti nei reparti specifici covid o creando delle aree filtro, dei reparti cosiddetti «grigi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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