Civile, Rianimazione
presidio regionale.
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di Eugenio Barboglio
Il Civile e uno degli hub regionali. Sarà riferimento per Brescia, Bergamo e Mantova.
Il Civile e uno degli hub regionali. Sarà riferimento per Brescia, Bergamo e Mantova.
Il Civile e uno degli hub regionali. Sarà riferimento per Brescia, Bergamo e Mantova.
Il Civile e uno degli hub regionali. Sarà riferimento per Brescia, Bergamo e Mantova.

La Poliambulanza ha festeggiato qualche giorno fa la dimissione dell’ultimo paziente Covid ricoverato in Terapia intensiva. Lo stesso non ha ancora fatto il Civile, e forse non lo farà per diverso tempo. Non tanto perchè nell’ospedale pubblico cittadino l’allarme sia risalito pericolosamente, quanto perchè nel nuovo piano di organizzazione degli ospedali lombardi, varato dopo l’arrivo di Marco Trivelli alla guida della Sanità lombarda, il Civile è stato designato tra i cinque hub Covid di riferimento. Al pari del Policlinico di Pavia (che gestisce tutta la provincia pavese, il Lodigiano e le aree del Cremonese), del Sacco di Milano (per le province di Varese, Como e Sondrio, circa 2,8 milioni di abitanti) del Policlinico di Milano (province di Monza Brianza e Lecco) e del Niguarda di Milano che sarà a disposizione delle rete ospedaliera per i pazienti politraumatizzati e che tuttavia sono anche positivi al coronavirus. GLI SPEDALI Civili di Brescia saranno l’hub di riferimento per le province di Brescia, Bergamo e Mantova, e quindi debbono coprire un bacino enorme di 2,8 milioni di persone, territori che sono stati tra i più colpiti peraltro. Giocoforza per fare fronte a questo compito la prima rianimazione che aveva mantenuto alcune postazioni per i Covid e dedicato ad altre urgenze gli altri ha dovuto fare una parziale marcia indietro, riservando più letti ai possibili contagiati. «Letti che - precisa il direttore del reparto Gabriele Tomasoni - non sono occupati». Il reparto di peima Rianimazione deve essere pronto a rispondere ad un bacino appunto molto grande e dall’altro lato a pazienti magari gravi a causa di malattie di altra natura ma anche positivi. «La situazione non è peggiorata - rassicura Tomasoni - Non dimentichiamo che siamo un riferimento per una popolazione di centinaia di migliaia di abitanti, ma in Terapia Intensiva i pazienti non sono aumentati nelle ultime settimane». Il nuovo piano ospedaliero dovrebbe restare attivo nei prossimi mesi fino a cessazione dell’allerta epidemica. Prevede un’organizzazione a rete che dovrebbe - secondo gli esperti della Regione - , garantire flessibilità e rapidi adeguamenti in caso di una impennata dei contagi. Ogni ospedale (anche diverso dai cinque centri) deve organizzarsi con letti isolati per pazienti con sospetto coronavirus in attesa di definizione diagnostica. Gli hub sono riferimento di tutti le strutture ospedaliere del bacino nei casi più complessi. Nel caso l’hub non abbia disponibilità di posti letto contatterà un altro hub (eventualmente con il supporto del Centro di cooordinamento di terapia intensiva) per trovare una collocazione alternativa per il paziente. Inoltre i centri hub di riferimento saranno a disposizione dei centri “spoke” anche per supporto decisionale alla gestione di pazienti complessi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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