«Comunismo e fascismo pari non sono»

di Eugenio Barboglio
Momenti concitati ieri in Consiglio comunale per la discussione della mozione proposta dal centrodestra FOTOLIVE Filippo Venezia
Momenti concitati ieri in Consiglio comunale per la discussione della mozione proposta dal centrodestra FOTOLIVE Filippo Venezia
Momenti concitati ieri in Consiglio comunale per la discussione della mozione proposta dal centrodestra FOTOLIVE Filippo Venezia
Momenti concitati ieri in Consiglio comunale per la discussione della mozione proposta dal centrodestra FOTOLIVE Filippo Venezia

I dipendenti comunali che fischiano con i fischietti e il rumore che arriva forte nella sala del Consiglio. Esponenti dell’Anpi con i capelli bianchi e il tricolore al collo che quando pare che di fascismo e comunismo proprio non si parlerà si alzano in piedi e cantano Bella Ciao. I consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia che avevano presentato la mozione per inserire la parola «comunismo» nella dichiarazione di ripudio di fascismo e nazismo (già in vigore a Brescia e necessaria casomai uno chieda uno spazio civico) che rischiano di farla saltare inanellando un intervento dopo l’altro su ogni genere di tema all’ordine del giorno - ma la mozione non era una specie di ragione di vita!? L’Rsu dei dipendenti che chiede di incontrare i capigruppo e il consiglio che non sa decidere se incontrarli subito o alla fine. Tutti incapaci di rispettare il limite temporale dei lavori consiliari che vanno fuori controllo. Momenti surreali ieri in Loggia. Alla fine comunque della mozione «comunismo-fascismo» si parla, e sono «lezioni» di storia dei totalitarismi, delle origini della seconda guerra mondiale, di cosa hanno significato fascismo e comunismo per l’Europa, della differenza tra stalinismo e leninismo... L’oggetto del contendere, si diceva, è la mozione letta in aula dal meloniano Gianpaolo Natali. La questione è questa: due anni fa la Giunta aveva approvato una delibera con la quale imponeva a qualsiasi cittadino che voglia usare una sala civica o altro spazio per riunioni e manifestazioni di sottoscrivere che conosce e rispetta non solo le norme che vietano la ricostituzione del partito fascista, ma che con quell’ideologia non ha nulla a che fare, la ripudia. Qualche settimana fa però il Parlamento europeo ha varato una risoluzione che spiega il perché le vittime dei regimi totalitari che hanno caratterizzato la storia del Novecento siano tutte uguali e che vanno condannate le manifestazioni e la diffusione di queste ideologie. Che per l’Ue sono nazismo e fascismo, ma anche il comunismo, che talvolta la risoluzione, a ragion veduta o forse no, chiama stalinismo. Il consigliere pd Andrea Curcio, non a caso, infatti dice che è «pasticciata», che la risoluzione guarda ai Paesi membri dell’Est che sono vissuti sotto il tallone sovietico e che per questo ha certi toni e fa certe affermazioni storiografiche discutibili: come considerare appunto il patto Molotov-Ribbentrop l’origine della seconda guerra mondiale. Sta di fatto che questa risoluzione è presa al balzo dal centrodestra per cercare di mettere nell’angolo l’amministrazione di centrosinistra a guida Del Bono, costringendola in aula ad una discussione che mette comunismo e fascismo sullo stesso piano, perlomeno se si tratta di usare una sala civica. Il che mette naturalmente un po’ a disagio gente politicamente cresciuta in partiti che si sono anche ispirati, più o meno esplicitamente, al pensiero marxista e per la quale, a livello di ideologia, che tra comunismo e fascismo ci sia una differenza è un assioma indiscutibile. INSOMMA, il centrodestra la sua mozione la vede come un’operazione di verità, ma anche come una provocazione. Il centrosinistra invece solo come una provocazione. Per Michela Fantoni della Lega sono comunque tutti totalitarismi che hanno fatto vittime a milioni. Paolo Fontana di FI semmai si sorprende che solo ora si faccia questa operazione: «l’hanno impedita anni di omertà a sinistra». E per Acri di FdI, «equiparare comunismo e fascismo è aprire gli occhi sulla storia» Mentre per Fabrizio Benzoni di Brescia per passione «è un accostamento inaccettabile». Secondo Paola Vilardi (FI) l’errore è a monte: la delibera del 2017 del Comune. Ma l’assessore Fenaroli riparte dalla storia come è stata e come è: «La delibera del 2017 riconosce che oggi c’è un problema di razzismo, fascismo e antisemitismo»; il comunismo che ci riguarda è quello di molti uomini e donne che hanno fatto la democrazia italiana. Per Albini della Sinistra «la risposta è la Costituzione». Si vota, e la mozione è respinta, dalla maggioranza e dal Cinquestelle. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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