LA GIORNATA MONDIALE

Consumo di suolo e cementificazione: Brescia maglia nera

di Natalia Danesi
Negli ultimi cinque anni "mangiati" dal cemento 900 ettari di suolo: oltre 7 metri quadri per abitante, più del doppio della media regionale
Negli ultimi cinque anni mangiati dal cemento quasi 900 ettari di suolo
Negli ultimi cinque anni mangiati dal cemento quasi 900 ettari di suolo
Negli ultimi cinque anni mangiati dal cemento quasi 900 ettari di suolo
Negli ultimi cinque anni mangiati dal cemento quasi 900 ettari di suolo

È bresciano il record di cementificazione: in cinque anni sono stati consumati oltre 7 metri quadri di suolo per abitante, più del doppio della media regionale che è ferma a 3,5 metri quadri.

Il consumo procede a ritmo accelerato

E' l'allarme che lancia Legambiente Lombardia in occasione della  Giornata mondiale del suolo, istituita dalla FAO per focalizzare l'attenzione sull'importanza della salute del suolo. Secondo i dati Ispra - specifica l'associazione - la provincia di Brescia consolida la propria posizione al vertice della classifica del cemento: quasi 900 ettari di suolo consumato negli ultimi 5 anni. Altro elemento che preoccupa - viene ricordato - è il ritmo accelerato con cui procede il consumo di suolo: sempre nel Bresciano, nell’ultimo anno sono scomparsi 307 ettari di suolo.

La richiesta alla Regione: stop alle urbanizzazioni espansive

«Chiediamo a Regione Lombardia di dare un seguito agli impegni votati due anni fa in Consiglio Regionale, intervenendo sul fenomeno immobiliare logistico, per evitare che continui ad alimentare urbanizzazioni espansive – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – dopo gli impegni solenni sulla necessità di impedire che i capannoni consumino nuovo suolo anziché riutilizzare le aree dismesse, nulla è stato fatto. E allo stesso tempo la regione continua a spingere infrastrutture stradali, come la Cremona-Mantova o la Vigevano-Malpensa, il cui vero obiettivo resta, all’opposto, quello di attrarre gli investimenti immobiliari dei grandi operatori logistici e commerciali».

L'eccesso di nutrienti del suolo per uso agricolo

Nella Giornata mondiale la Fao mette in guardia anche circa la crisi dei nutrienti del suolo, che determinano non solo le rese, ma anche la qualità nutrizionale delle materie alimentari ottenute dal suolo. La carenza di fertilizzanti è un tema che riguarda le agricolture di molti Paesi poveri, ma - ricorda Legambiente - "altrettanto serio è il problema opposto, ovvero l’eccesso di nutrienti, siano essi somministrati come fertilizzanti chimici o come materia organica ottenuta dalle deiezioni di allevamento".

Boom di emissioni da suoli agricoli troppo fertilizzati

In Lombardia le emissioni di protossido di azoto prodotte dai suoli agricoli troppo fertilizzati valgono come 1,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica. E non minore è il problema per l’inquinamento atmosferico. L’eccesso di azoto legato all’uso di urea e deiezioni zootecniche in Lombardia causa l’emissione in atmosfera di ben 88.000 tonnellate di ammoniaca, il gas che costituisce ormai la principale causa della formazione dell’inquinamento da polveri sottili.

Usare al meglio le risorse della nuova Pac

«La cattiva salute del suolo, oltre a minacciarne a lungo termine la fertilità, ammala gli ecosistemi e colpisce direttamente la salute umana – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – e purtroppo in Italia sono proprio i suoli agricoli lombardi quelli più colpiti dall’eccesso di nutrienti legato alle somministrazioni di fertilizzanti chimici e deiezioni zootecniche. Occorre usare al meglio le risorse della nuova programmazione della PAC 2023-2027 per aumentare la sostenibilità dell’agricoltura e soprattutto della zootecnia lombarda, riportando queste attività ad un rapporto equilibrato con il suolo, riducendo gli eccessi produttivi e perseguendo l’obiettivo di riduzione dell’impiego di fertilizzanti indicati dalla strategia Farm to Fork nell’ambito del Green Deal europeo».

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