Verso le comunali 2023

Corsa alla Loggia, il centrodestra di Brescia ormai ha scelto: c’è Rolfi

di Eugenio Barboglio
Il leghista, già vicesindaco di Paroli, ha ricevuto le garanzie che chiedeva e ha già un’agenda fitta di incontri con il mondo economico e del sociale. E parla da candidato
Il leghista bresciano Fabio Rolfi
Il leghista bresciano Fabio Rolfi
Il leghista bresciano Fabio Rolfi
Il leghista bresciano Fabio Rolfi

Dubbi? Pochissimi. Anzi nessuno. Al punto che oggi, 14 febbraio 2022, San Valentino, si può tranquillamente smettere di girarci intorno, perché il primo a non farlo è proprio lui: Fabio Rolfi. Sarà l’ex vice sindaco leghista di Paroli il candidato del centrodestra alle amministrative per la Loggia.

Ci va un punto interrogativo dopo la parola candidato? Se sì è solo perché il centrodestra non lo ha ufficializzato. Lo farà tra aprile e maggio. Ma il punto interrogativo è solo uno scrupolo, segnala lo spezio tra l’ufficioso e l’ufficiale. Ma a qualunque politico bresciano si rivolga la fatidica domanda, la risposta è la stessa. Con una piccolissima, insignificante, differenza. I più prudenti dicono: non ci sono alternative a Rolfi. I più sinceri: sarà Rolfi.

Il più esplicito di tutti comunque è lui, l’assessore regionale all’Agricoltura. Se fino a qualche settimana fa alla vita politica bresciana metteva un occhio, adesso li punta entrambi, come fari. Non ne manca uno dei grandi temi sul tappeto: il caro bollette di A2A, l’aria della città, le polemiche sulla Capitale della cultura e quelle sui parchi pubblici. Se non è un post sui social network è un comunicato ai giornali. La voce dell’ex vicesindaco ha decuplicato i decibel. E non è solo la voce, è anche la sua presenza fisica a caratterizzare queste giornate e sempre di più le prossime. La sua agenda è sempre più fitta, le sue giornate bresciane più piene.

Sta sondando mondi: le categorie produttive, il commercio, il non profit, anche le comunità straniere in particolare di fede ortodossa, i quartieri. Per capire il gradimento, le sacche di malcontento verso l’amministrazione Del Bono, dove far leva nella campagna elettorale, che, come ha sempre detto alle persone a lui più vicine, deve partire presto, forse anche per sfruttare l’incertezza che invece regna nel campo opposto.

Come si sa Rolfi aveva però subordinato la sua disponibilità su Brescia a garanzie di un rientro in Regione in caso di sconfitta. Garanzie che solo Salvini era in grado di dare. I bene informati in merito non hanno dubbi: «Fabio le garanzie le ha avute, e ci teneva ad averle al più presto». Dunque, non ci sono più sul tavolo binomi Rolfi-Bordonali su cui ragionare. La Lega ha deciso, il resto del centrodestra segue. Forza Italia più convintamente, Fratelli d’Italia, meno, ma sullo scacchiere regionale troverà a Como la candidatura a sindaco che voleva, e a Brescia potrebbe spostare il tiro chiedendo per sè il vicesindaco. Questo è, oggi 14 febbraio, San Valentino, d’altronde non è spuntata una sola figura, in questi mesi, che potesse far cambiare idea al centrodestra. Se di dubbi ce ne sono ancora su chi correrà per Palazzo Loggia nel 2023, non vanno cercati nel centrodestra.

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