istruzione

Covid e scuola, a Brescia è boom di casi e prof assenti

di Magda Biglia
La ripartenza senza protezioni ha fatto immediatamente schizzare i numeri, tra l'altro in naturale aumento con l'arrivo dell'autunno. Diversi istituti sono già alle prese con le quarantene degli insegnanti Presidi costretti a «smembrare» le classi per garantire le coperture
Il Covid non è ancora uscito dalle scuole e negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi di positività che riguardano soprattutto gli insegnanti
Il Covid non è ancora uscito dalle scuole e negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi di positività che riguardano soprattutto gli insegnanti
Il Covid non è ancora uscito dalle scuole e negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi di positività che riguardano soprattutto gli insegnanti
Il Covid non è ancora uscito dalle scuole e negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi di positività che riguardano soprattutto gli insegnanti

Il convitato di pietra non se n’è andato. Non ci sono più obblighi e precauzioni, se non per il contagiato che viene isolato e l’autosorveglianza per i contatti; da ieri, 1° ottobre,  sono andate in pensione anche le mascherine degli autobus, ma il virus gironzola ancora nelle aule e fra i banchi. Niente di allarmante per ora, ma ottobre, con il forte cambio stagionale, diventerà il test importante, come del resto già accaduto negli anni precedenti. Al momento a stare a casa sono soprattutto gli insegnanti, o almeno questo è più noto perché, come lavoratori, devono certificare l’assenza e il ritorno.

I casi di positività nelle scuole bresciane

Il dato degli adulti non è noto ufficialmente, mentre i numeri Ats dicono che dal 12 al 30 settembre i casi di positività dai 5 ai 9 anni sono stati 616, e 502 i casi di positività da 13 a 18 anni. Insomma la scuola è tuttora nell’occhio del ciclone, i referenti Covid e i presidi sono di nuovo alle prese con il portale della Lombardia da riempire, il che sta creando malumore.

«Non riusciamo a liberarci dal Covid, dalle incombenze burocratiche relative che ci portano via tempo per la gestione scolastica», hanno polemizzato i rappresentanti dei dirigenti al tavolo di Ats. Ma la regola è regionale, non c’è niente da fare. E Ats sta proponendo corsi di formazione, due già effettuati e due pronti, per i nuovi referenti.

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Magazzini pieni di mascherine chirurgiche ma scuole senza Ffp2

Alle scuole sono anche arrivati i soldi, 2500 euro, per comprare le Ffp2 da far indossare per dieci giorni ai contatti, piccoli e adulti. Nei magazzini gli istituti sono pieni di mascherine chirurgiche che non servono, ma hanno finito le Ffp2. Ed oè chiaro che, quando manca il prof, possono finire «mascherate» parecchie classi, a seconda della materia.

Il dispositivo, è stato ribadito, può anche essere indossato volontariamente tutti i giorni dai fragili e dai caregiver, e ciò accade soprattutto a chi vive con anziani in famiglia.

Problematico gestire le supplenze

Il quadro dei contagi è a macchia di leopardo ma l’assenza dei docenti crea problemi perché il supplente si può chiamare dopo cinque giorni alla primaria, dopo sette alle secondarie. «Sono stata costretta persino a smembrare le classi- lamenta Anna Maria Testa del Sud 3, dove sono a casa pochi alunni ma 5 insegnanti-, e per fortuna che quest’anno i supplenti annuali sono arrivati tutti per tempo».

Ne mancano in effetti solo una cinquantina in tutta la provincia, secondo Giuseppe Bonelli dell’Ust. Un episodio che la dirigente definisce «commovente» è stata la solidarietà fra colleghi all’Ovest 2.

Lunedì mancavano dieci insegnanti alla primaria Tiboni: «I colleghi della Tridentina, chiusa per voto, e i colleghi della stessa primaria, hanno coperto tutte le ore vuote, si è creata una task force di solidarietà inaspettata e gratuita, esempio di passione per la professione» afferma la dirigente Patrizia Galeri. Contagi anche alle superiori, per esempio al Tartaglia a ieri risultavano contagiati 10 studenti su 1500, 10 prof su 150 e 1 Ata, ma nei giorni scorsi il conteggio degli assenti per malattia in generale ha toccato anche quota 30.

Con  l'arrivo dell'inverno la situazione potrebbe peggiorare

Colpita è stata all’inizio pure la preside Laura Bonomini: «E’ chiaro che con un influenza normale, appena si sta meglio si torna, invece col Covid occorre negativizzarsi e questo prolunga l’assenza. Per il momento la situazione mi pare sotto controllo, anche perché sento che i sintomi non sono gravi, spero bene con l’arrivo del freddo» dichiara Bonomini.

Una decina del corpo docente si è infettata pure al Caterina de’ Medici, più a Desenzano che a Gardone Riviera: «Più insegnanti che ragazzi, subito dal secondo giorno, ma credo sia perché l’adulto deve certificare- conferma Maria Luisa Orlandi, la dirigente-. Siamo in allerta, e lo è anche Ats che ci fa mille raccomandazioni, preoccupata per il futuro».

Sempre alle superiori hanno numeri inferiori l’Abba Ballini, con cinque prof a casa, o il Levi di Sarezzo idem, comunque entrambi le presidi, Elena Lazzari ed Ersilia Conte, confermano il cambiamento rispetto al solito, più certificati dal personale. L’altro ieri, invece, al Comprensivo cittadino Est 1 ha avvisato la prima docente, mentre alla primaria ci sono tre quinte col viso coperto per contatto con un compagno: «Noi cerchiamo di mantenere un approccio il più possibile prudente, abbiamo due ingressi, un certo distanziamento, sono contrario alla totale libertà» spiega il preside Gaetano Greco

Al Sud 2 sono stati in due ad assentarsi dalla cattedra delle medie, ma «per gli alunni, sappiamo quello che ci dicono, di più sapranno i medici; io insisto molto con i genitori perché ci avvisino» dice la preside Adriana Rubagotti.

Anche il Comune di Brescia ha deciso di aspettare per la reintroduzione degli armadi: «Ottobre sarà il mese da tenere in attenzione. Nei lavori degli edifici scolastici abbiamo dato precedenza agli infissi, sia per la crisi energetica che per il Covid, introducendo i vasistas che permettono di mantenere il ricambio d’aria» sottolinea l’assessore all’Istruzione Fabio Capra. •.

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