L'INTERVENTO

Covid dalla Cina, l'appello di Sileo (Ats): «Niente paura. Ma continuiamo con il vaccino»

Quarta dose a Brescia, la copertura è ferma al 12,2%. Il direttore generale: «È la sola arma disponibile per combattere la pandemia. Ospedali e medici di base, la guardia resti alta»
Lo spettro del Covid dalla Cina fa tremare anche l'Italia
Lo spettro del Covid dalla Cina fa tremare anche l'Italia
Lo spettro del Covid dalla Cina fa tremare anche l'Italia
Lo spettro del Covid dalla Cina fa tremare anche l'Italia

Lo spettro del Covid che arriva dalla Cina torna ad aggirarsi per l’Europa: il Ministro della salute Orazio Schillaci mercoledì ha firmato un’ordinanza sull’obbligo di tamponi anti-Covid per i passeggeri che arrivano dalla Cina, misura che, per ora, sarà in vigore fino al 31 gennaio 2023.

La vaccinazione è l'unica arma contro la pandemia

«Non bisogna essere preoccupati, in termini epidemiologici c’è attenzione e osservanza, ma occorre ricordarsi che la pandemia non è finita e che l’unico modo che abbiamo per combatterla è la vaccinazione - valuta Claudio Vito Sileo direttore generale di Ats Brescia –. In Cina c’è un’esplosione di nuovi contagi e l’attenzione data al fatto è per capire se stanno circolando nuove varianti, diverse da quelle circolanti in Italia, per le quali non siamo protetti, oppure no. Per questo c’è stata l’obbligatorietà del tampone; per fortuna le genotipizzazioni dei primi casi tamponati a Malpensa e arrivati il 26 dicembre ha dimostrato che le varianti sono le stesse che stanno circolando in Italia, il che vuol dire che siamo protetti. E’ ovvio che per avere un campione significativo bisogna aumentare il numero di queste genotipizzazioni, al fine di confermare ciò che emerge dai primi casi, cioè appunto che le varianti cinesi sono esattamente le stesse che ci sono da noi».

Quarta dose: immunizzato solo il 12,2% 

In sintesi Sileo rassicura ma invita a vaccinarsi perché «è l’unico modo che abbiamo per combattere la pandemia. Negli ultimi giorni, sotto impulso della preoccupazione della Cina, abbiamo assistito ad un aumento deciso, evidente, sia in Lombardia che a Brescia, del numero delle prenotazioni: fate la quarta dose e chi può anche la quinta».

Un appello che potrebbe cambiare il quadro attuale, che è invece è quello di una grande disaffezione verso la quarta dose. Secondo quanto diffuso da Ats Brescia, al 29 dicembre su una platea di 1.113.483 assistiti le quarte dosi sono state fatte da 141.183 persone, cioè il 12,22%. Per quel che riguarda le fasce di età si conferma lo spaccato delle scorse settimane e cioè che il numero di persone che ha effettuato il secondo richiamo (o quarta dose) è maggiore nella fascia di età over 80: di queste sono 41.697 gli anziani coperti dalla protezione vaccinale (cioè il 51,07%) e, se si calcola la più ampia platea partendo dagli over 60 si raggiunge il numero di 115.764 persone.

Numeri in netto calo per le fasce inferiori: dai 50 ai 59 sono 11.631 i bresciani che hanno fatto la quarta dose (6,15% degli assisti di quell’età) dai 40 ai 49 sono 6.491 (3,84%), dai 30 ai 39 4.097 (3,13%), dai 20 ai 29 sono 2.575 (2,13%) dai 12 ai 19 gli adolescenti con quarte dosi sono 895 (0,96%), degli under 11 invece nessuno ha effettuato la quarta dose.

Quasi scomparso il ricovero per polmonite da Covid

«È evidente a tutti che queste vacanze stanno trascorrendo in modo molto diverso sia da quelle del 2020 sia da quelle dello scorso anno – continua Sileo –; questo solo grazie al fatto che abbiamo ampie coperture vaccinali, che il virus ha circolato tanto e che ha dato un’immunità naturale ai nostri cittadini. Il bilancio quindi è positivo: da molti mesi gli ospedali non sono andati in affanno, abbiamo sì un certo numero di positivi ricoverati, numero però viziato dal dato delle persone entrate per un altro motivo clinico e scoperte positive quindi per caso, ma che stanno bene. Il ricovero per polmonite è un quadro clinico ormai del tutto quasi scomparso».

Ciò però non significa abbassare la guarda: «E’ necessario mantenere alta l’attenzione, sia con la medicina del territorio sia con le strutture ospedaliere, per capire se ci sono varianti nuove. In questi giorni sta facendo più danni l’influenza rispetto al Covid, con la differenza che per quest’ultimo la copertura è salita anche al 90 e 95%, mentre la copertura vaccinale influenzale è tradizionalmente molto più bassa».

Portare sempre con sè la mascherina

Infine Sileo fa qualche considerazione sulla misure restrittive: «L’uso della mascherina è raro ma bisogna ricordarsi sempre di portarla con sé. La scuola non ha dato più preoccupazioni, il mondo del lavoro non risente più di quelle situazioni drammatiche per le grandi assenze, stiamo aspettando l’ultima disposizione del Consiglio dei Ministri relativa alla scomparsa dell’attestazione mediante tampone negativo dell’isolamento dopo 5 giorni, che dovrebbe essere mantenuto seppur senza il controllo del tamponi. Entriamo nel 2023 con un quadro clinico, epidemiologico e sociale ben diverso e ben più rassicurante».

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