TRA I BANCHI

Covid, ora la scuola è davvero sotto stress

di Magda Biglia
Ats non è in grado di affrontare l’assalto giornaliero e tutto finisce sulle spalle dei presidi mentre cresce il numero delle autosorveglianze tra gli alunni
Mascherine a scuola: per ora a Brescia nessuna presa di posizione
Mascherine a scuola: per ora a Brescia nessuna presa di posizione
Mascherine a scuola: per ora a Brescia nessuna presa di posizione
Mascherine a scuola: per ora a Brescia nessuna presa di posizione

La settimana è cominciata a scuola nel peggiore dei modi. I numeri stanno svettando ben oltre quelli dei giorni precedenti e la gestione del Covid a scuola sta diventando impossibile. «La speranza è che siamo davvero al picco perché avanti così è difficile andare, soprattutto nel primo ciclo. Il sistema dell’autosorveglianza con queste cifre è in crisi. Ats non è in grado di affrontare l’assalto giornaliero e tutto finisce sulle spalle dei dirigenti. In particolare nel fine settimana quando l’azienda non è attiva. Anche loro hanno problemi di risorse umane, però si dovrà affrontare il tema nel tavolo urgente che si terrà giovedì per approfondire i tanti nodi emersi a causa del crescendo verticale dei casi. Che era previsto ma che è davvero arduo da sostenere» sottolinea il dirigente dell’Ufficio scolastico Giuseppe Bonelli.

Anche l’assessore all’Istruzione Fabio Capra non nasconde la sua preoccupazione. Due nidi comunali sono chiusi per mancanza di personale, e tantissimi sono i casi in città nelle scuole da zero a 13 anni. «La situazione è ben peggiore della settimana scorsa, c’è anche molto disorientamento nelle famiglie per l’interpretazione delle norme. La speranza è che siamo arrivati all’apice e si cominci a scendere» afferma l’assessore. I presidi sono i più stravolti, sia per le continue segnalazioni di contagio, sia per la complessità del sistema. «Il tracciamento funzionava molto meglio prima, adesso non c’è chiarezza sulle durate, sugli inizi e sulla fine delle quarantene e la sorveglianza attiva è complicata. Ci sono sfasamenti e ritardi, ma per i genitori anche un giorno o due hanno importanza se devono tenere il figlio a casa» dice Sergio Ziveri, che guida l’Est 3. Nel suo comprensivo, le tre sezioni dell’infanzia Bonomelli sono a casa e 16 classi sono interessate a una delle forme di attenzione al contagio. «Si vedono sul portale almeno un migliaio di segnalazioni al giorno, è un disastro.Anche la didattica risulta frammentata, fra presenze e assenze, non è scuola questa» è il suo allarme.

Allarme puntualmente ripreso dal collega dell’Est 1, Gaetano Greco. Lì 6 classi sono in quarantena, 11 in sorveglianza, 17 su 54. «La dad non si prepara alla spina, oggi sì, domani no, qualcuno sì, qualcuno no. Il nostro progetto, pronto da settembre, è saltato, tutti gli orari vanno rivisti, manca anche il personale, è un puzzle in continuo movimento. Per fortuna i docenti con tre dosi possono venire, ma fanno i salti mortali fra classi in aula, classi a casa, classi metà e metà. Il quadro è precipitato nel week end, c’è persino un’alunna che ha ripreso il virus sconfitto a dicembre. Ormai ho reperibilità h24 per sette giorni, e così pure i referenti Covid» sospira Greco. Alle superiori va un po’ meglio, perché i ragazzi sono più grandi e più vaccinati. Però la mole dell’impegno è pesante. «Siamo in tre sul Covid fra diurno e serale. Ci si applica di sera e i docenti vengono informati alle 23 dell’orario e delle presenze del giorno dopo» riferisce Elena Lazzari dall’Abba Ballini dove sono 110 i positivi, di cui una trentina i nuovi dopo il 10 gennaio.•.

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